Non potrebbe esserci modo più diverso per Wizards e Raptors per arrivare a questo primo turno di Playoff. Dopo una regular season incertissima fino alla fine per i piazzamenti finali tra le prime otto, i Wizards non sono riusciti a migliorare il loro seed che li vede dunque ottavi e costretti ad affrontare quella che sulle 82 partite si è dimostrata la seconda forza della lega dietro agli inarrivabili Rockets.
A Washington non è stata una stagione all’insegna dell’equilibrio: una squadra che vive di fiammate, in campo (dove più o meno ha vinto con tutti e perso con tutti) e fuori con Scott Brooks sprovvisto di doti sciamaniche per creare una chimica dove evidentemente i presupposti non ci sono per niente. Che Wall e Gortat non si sopportino è risaputo, che Wall e Beal non si piacciano è ormai affare noto, se poi è lo stesso Brooks a metterci il carico da novanta a una settimana dai playoff diventa davvero difficile pensare a come una squadra di questo tipo possa gestire la pressione derivante da una serie al meglio delle sette.
To The North. We’ll start Round 1 in Toronto. #DCFamily #WizRaptors
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Dall’altra parte della barricata c’è invece la miglior squadra dell’Est. I Toronto Raptors hanno ritoccato il record di franchigia (spostando l’asticella a 59 vittorie) e lo hanno fatto scendendo a compromessi con il gioco moderno e dimostrandosi una squadra perimetrale ma soprattutto incredibilmente profonda. Casey potrà giocarsi le sue carte per vincere il Coach Of The Year, Lowry e DeRozan, i due alpha dog della squadra, sono in perfetta sintonia e si completano a vicenda come nelle migliori storie d’amore; la squadra ha il terzo NetRating della lega, la panchina ha il primo NetRtg per distacco, manca soltanto l’allineamento dei pianeti per far sì che questa sia la stagione in cui i Raptors si scrollino di dosso l’etichetta di squadra da regular season e spicchino il volo anche ai Playoff.
Perché di questo si parla ed è per questo che una serie in cui tra le due squadre ci sono 16 vittorie di differenza ha ragione di esistere ed essere guardata. I Wizards hanno la capacità di accendersi quando la posta in gioco si alza al punto da trascinare i Celtics a Gara-7 lo scorso anno. Al contrario i Raptors soffrono parecchio il cambio di registro quando si entra nel clou della stagione NBA. L’ultima volta che le due squadre si sono incrociate in post-season (primo turno ‘14/’15) è stata una spazzolata ai danni dei canadesi, incapaci di vincere una singola partita seppur con il fattore campo a favore. Sono passati tre anni e nell’aria c’è un intenso profumo di vendetta.
Precedenti stagionali
Nel corso della stagione le due squadre si sono spartite la posta in palio con due vittorie a testa. Nelle due sfide vinte da Toronto il fattore chiave è stato uno e uno solo: la panchina. Quella dei Wizards ha collezionato nelle due gare 21,1 punti di media tirando con il 33,3% dal campo. Gli altri hanno stampato 44,5 punti di media con il 42,6% al tiro. Un massacro. Uno dei primi grattacapi che coach Brooks sarà chiamato a risolvere è proprio quello di non farsi arare dalle seconde linee degli avversari, numeri alla mano le migliori della lega (8,3 il NetRtg della panchina canadese, la seconda è quella dei Rockets ferma a 6,8).
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— Toronto Raptors (@Raptors) November 16, 2017
Chiavi tattiche
Coach Casey ha dosato splendidamente le forze dei suoi ragazzi, tanto che la panchina dei Raptors ha messo insieme questi numeri risultando la seconda panchina più impiegata della lega dopo quella dei Kings. Nella capitale d’altro canto non ci si può appoggiare a cuor leggero su chi di solito non parte dall’inizio, poiché, escludendo gli starters, gli unici due giocatori con un NetRtg positivo sono Satoransky e Mahinmi. Non ci sarebbe da stupirsi se il solco tra le due franchigie venisse scavato proprio nei periodi in cui i titolari sono obbligati a rifiatare, dal momento che le armi a disposizione di Washington contro la panchina di Toronto sembrano essere veramente poche specialmente se uno dei migliori difensori della squadra, Otto Porter jr., dovesse saltare le prime partite della serie (infortunio da valutare day-to-day).
I Playoff però possono scrivere una storia che seppur mutui dai concetti della stagione regolare va ad articolarsi seguendo linee narrative diverse. Le dichiarazioni di Brooks inerenti all’attitudine egoistica mostrata dalla squadra potrebbero essere lette anche come un tentativo di esortare un gioco avvolgente e partecipativo che quando messo in atto produce risultati notevoli. Le conclusioni da oltre l’arco vanno a bersaglio con un confortante 42,7% (quinti in NBA) e da situazioni di catch-and-shot Wall e compagnia tirano con il 42,4% dal campo, facendo peggio soltanto dei Warriors. Sono situazioni in cui sanno creare vantaggio, annoverano ottimi passatori come lo stesso Wall, Satoransky, Beal e hanno in Gortat uno dei migliori bloccanti della lega (4,5 screen assist per game peggio dei soli Gobert, Adams, Drummond).
Per provare a mettere in difficoltà gli avversari dovranno liberare quanto più possibile l’area per Wall e alzare il ritmo ogni volta che la partita lo permetta, dal momento che i Raptors subiscono 11,6 punti a partita in contropiede e ben 13,2 punti da seconde chance (sesto peggior dato della lega). Non sarà facile, specialmente per una squadra con un PACE sotto media (96,6) e che senza Porter rischia di trovarsi priva di affidabili bocche da fuoco (eccezion fatta per Beal) e costretta quindi a pregare di trovare in serata gente come Scott o Morris, non esattamente archetipi di solidità.
Chi invece ha fatto della solidità un marchio di fabbrica è proprio la squadra di coach Casey. Alla sua quinta partecipazione di fila ai Playoff la franchigia canadese promette di bissare almeno il risultato del 2016, quando a LeBron e soci ci sono volute sei partite per fermare la cavalcata dell’esercito del nord. Il primo ostacolo sono i Wizards, contro cui sono arrivate due sconfitte in regular season, ma se la prima ci interessa fino a un certo punto (arrivata a inizio novembre) la seconda occorsa a febbraio ci dice quanto sia importante per i Raptors lasciarsi quanto prima l’avversario alle spalle ed escludere un arrivo in volata.
In situazioni clutch il Net Rating dei dinosauri precipita a -3,4 così come le percentuali al tiro che dal campo scendono al 42,4% (dal 47,2%) e da 3 al 30,6% (dal 35,8%). Per quanto la trasformazione di Toronto, sempre più incline ad abusare del tiro pesante, abbia riscosso dividendi, la piena realizzazione di un progetto ambizioso come quello di spostare l’asse della squadra dal pitturato al perimetro richiede del tempo. Il 35,8% da 3 è solo il diciottesimo dato della lega, bilanciato da un volume di tiri in grado di far felici tutti i fan dello small ball (33 conclusioni pesanti a partita, solo Rockets e Nets armano più spesso il braccio da oltre l’arco).
L’idea di coach Casey è quella di muovere a inizio azione la palla, attaccare i close-out, creare vantaggio nei primi dieci secondi e prendere un tiro il più possibile aperto. Nel caso l’impianto difensivo avversario dovesse reggere ci sono sempre Lowry e DeRozan, partner in crime capaci di portare a casa fischio o canestro, come le vecchie abitudini insegnano.
Il solco di cui si parlava prima è quello che i Raptors scavano nel primo tempo, 24 minuti di fuoco durante i quali hanno il miglior Offensive Rating della lega (112,9) dietro alla Morte Nera con sede a Houston. Una produzione offensiva che si inceppa raramente con ingranaggi che girano alla perfezione anche quando cambiano gli interpreti. Per i ragazzi di coach Brooks sarà fondamentale non concedere tiri aperti, non farsi battere sistematicamente nei close-out e sporcare quanti più rimbalzi possibili sia in attacco che in difesa per spargere qualche granello di sabbia all’interno di una macchina che sembra pronta al definitivo salto di qualità anche ai Playoff.
Pronostico
Molto dipenderà dal tipo di atteggiamento che i Wizards metteranno sul parquet e dal ritorno di Otto Porter. La polveriera di Washington può esplodere addosso ai Raptors rendendo il compito dei canadesi più complesso del previsto, oppure implodere al punto da far scricchiolare la panchina di coach Brooks. La quasi totale assenza di chimica nello spogliatoio è uno dei capi d’accusa più gettonati tra i detrattori dell’ex allenatore di OKC e nei frangenti di partita in cui Toronto martellerà il canestro avversario sarà importantissimo non disunirsi.
Allo stesso modo il ritorno di Porter potrebbe fungere da equilibratore in difesa e fornire soluzioni da spot-up o da tagliante in attacco, costringendo i Raptors a concedere ulteriore spazio per le zingarate di Wall. Le prime due partite all’Air Canada Center saranno cruciali per capire se i Wizards avranno la capacità di innalzare il loro livello difensivo e sfruttare quanto più possibile le lacune dei Raptors nel pitturato dove subiscono 45,3 punti a partita (diciottesimo dato della lega).
Per quanto i nuovi e rivisitati Raptors siano una squadra ancora tutta da testare in una serie sulle sette partite sembra difficile pensare che possano abdicare già al primo turno dopo la notevole cavalcata compiuta in regular season. Se dalla panchina canadese continueranno a uscire punti ed effort, per i Wizards sarà già impresa ardua portare a casa le due partite casalinghe. Se lo sweep sembra poco probabile un 4-1 in favore di Toronto è uno scenario credibile che a quel punto costringerebbe il Front Office dei capitolini a pensare bene quale direzione vorrà prendere la franchigia nel breve periodo.
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