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Playoffs NBA 2015

Top & Flop: Celtics vs Cavaliers, Gara 3

Il circo dei Playoffs NBA si sposta, e vola a Boston, al TD Garden, nel centro infuocato del Boston Pride, nella casa della franchigia più vincente di sempre. I Cleveland Cavaliers atterrano forti di due vittorie convincenti, e pronti a mostrare che le loro ambizioni di conquista del Larry O’Bryan Trophy sono fondate. I Boston Celtics, però, mai domi, non sono pronti a cedere così facilmente. Da queste premesse non può che venir fuori una bella partita, alla fine della quale la vittoria per 103-95 degli uomini dell’Ohio, mette una serissima ipoteca sul passaggio del turno dei Cavaliers, perché mai nella storia della NBA una squadra è riuscita a ribaltare una serie dal 3-0 a sfavore. Andiamo a guardare insieme i migliori e i peggiori di questa notte, in attesa di quello che, domenica alle ore 19 italiane, potrebbe essere l’ultimo capitolo di questa sfida.

BOSTON CELTICS

Evan Turner 7.5: Partita sostanziosa della guardia ex 76ers e Pacers. Offensivamente è praticamente l’unica arma dei Celtics, e quando lo capisce comincia a prendersi dei tiri di grande responsabilità, con una percentuale (53% dal campo) abbastanza buona. Ai canestri (19 pts) aggiunge anche la solita presenza forte a rimbalzo, 8 quelli tirati giù stanotte, e grandi doti di assistenza (8 ass alla fine per lui), viaggiando a ritmo di tripla doppia quasi con comodità. Energico, pronto e scattante, la sua è la reazione che serviva ai Celtics. Tutto buono, ma la stoppata che si prende da James lo perseguiterà ancora per qualche notte. SCALMANATO.

Avery Bradley 7: Dopo due partite abbastanza anonime, il ritorno a casa e ai colori noti del parquet dei Celtics fa bene al #0 in maglia bianco-verde, che mette a referto 18 pts e 4 rbd, anche se le sue percentuali non sono esattamente esaltanti (38.9% dal campo, 16.7% dalla linea del tiro pesante). Difensivamente porta tanta intensità, e combatte come un leone, cercando di contestare più rimbalzi e possessi possibile agli avversari, senza riguardo per chi essi siano e quanto più grandi di lui possano essere. Come quando, nel secondo quarto, costringe Timofey Mozgov alla palla a due dopo la contesa in pieno pitturato dei Cavs. AVERY CUOR DI LEONE.

Jae Crowder 7: Non si può dire che fosse completamente una sorpresa dopo le due buone prestazioni in Gara 1 e 2, ma stanotte il prodotto di Marquette stupisce tutti per intensità e impegno, guadagnandosi sul campo tutti i 30 minuti che Brad Stevens, saggiamente, gli concede, cavalcando l’onda della sua serata migliore. Lui ringrazia portando a casa 16 pts mai banali, segnati in momenti importanti della partita, con percentuali irreali (83.3% dal campo e 66.7% da tre), a cui aggiunge 7 rbd, 4 ass, 2 blk e 2 stl. JACK IN THE BOX.

Isaiah Thomas 5: Una decisa involuzione del playmaker formato tascabile che nelle precedenti puntate della sfida era stato capace di mettere a ferro e fuoco la difesa avversaria. Vuoi che i Cavaliers abbiano trovato delle contromisure più efficaci per arginarlo, vuoi che questa non sia esattamente la sua serata, 5 pts soltanto, con 2 ass e 1 rbd sono un bottino troppo magro per il trascinatore che ha dimostrato di poter essere. Quando è in campo lui, invece, i Celtics vanno costantemente sotto (alla fine il suo plus/minus sarà di -13) e Brad Stevens decide di tenerlo in panchina nelle fasi finali del match, dopo avergli concesso 21 minuti sul parquet. IRRICONOSCIBILE.

Jared Sullinger 6: Partita ordinata, senza particolari acuti, né in positivo né in negativo per l’ala forte da Ohio State. Buone le percentuali al tiro e l’intensità a rimbalzo, che lo portano a sfiorare la doppia doppia d’ordinanza (10 pts + 8 rbd per lui) in appena 16 minuti di gioco. Lentamente sta salendo di colpi, forse però con troppa calma. PARABOLA ASCENDENTE.

Gigi Datome 6: “Cosa posso provare di nuovo per sconvolgere i piani di Blatt? Vediamo… Ma sì, metto dentro Gigi” devono essere stati più o meno questi i pensieri nella testa di Brad Stevens quando, durante il secondo quarto decide di gettare nella mischia anche il suo #70. Gigi si fa trovare pronto, facendo da lui quello che ci si aspetta: partecipare moderatamente all’azione offensiva, standosene in un angolo ad aspettare un buon tiro. Una strategia che porta i Celtics a costruire, con un giro di palla meraviglioso, un fantastico open shot per lui che ringrazia e realizza il suo primo canestro in postseason. Metterà in cascina anche un buon assist per Jonas Jerebko. Il voto tiene conto del fatto che passa la metà difensiva dei suoi 9 minuti in campo a fare la guardia a LeBron, che non è mai un compito semplice. JESUS CHRIST, DA RETURN.

CLEVELAND CAVALIERS

LeBron James 9: La sua partita è un concentrato di solidità difensiva, irruenza offensiva, intelligenza cestistica e irrefrenabilità. Al di là delle cifre messe a referto (31 pts, 11 rbd, 4 ass, 4 stl e 2 blk, tirando 13/26 dal campo), e del loro peso specifico sul risultato finale, è la sua sola presenza in campo a garantire la vittoria. Ogni volta che il #23 si muove, sia in attacco che in difesa, con la palla in mano o meno, causa il panico e il terrore negli avversari. Brad Stevens prova a mettergli addosso ogni singolo uomo del suo roster e anche un paio di tifosi a caso per tentare di fermarlo, ma lui macina via tutti come fossero piume sulla sua strada. Nel finale di partita decide di bagnare le polveri di un indiavolato Turner piazzandogli una stoppata difficile da togliersi dalla testa. Mezzo voto in meno per la sanguinosa palla persa per infrazione di campo quando manca ormai meno di un minuto alla sirena. URAGANO.

Kevin Love 8: Il suo è uno di quegli inizi folgoranti che ti lasciano presagire un massacro. Pronti, via, e sono 11 punti in un quarto. Stasera non si ferma mai, dalla lunga distanza, dalla media o da sotto canestro che sia lotta, prende buoni tiri, segna (23 pts, con 8/16 tiri a bersaglio) e va a rimbalzo (9 per lui alla fine). Si nota che sta prendendo confidenza con la nuova, impressionante, atmosfera dei Playoffs, anche se ancora qualche errore di troppo da sotto c’è. Ma se il gioco dei “Big Three” comincia a girare e lui torna a essere il giocatore che si è potuto ammirare sui parquet di Minnaepolis, allora ci sarà da divertirsi. IL RAGAZZO È DOTATO, E SI APPLICA PURE.

J.R. Smith 6.5: Il netto miglioramento rispetto alla prima puntata di questa sfida era cominciato già in Gara 2, stanotte J.R. sistema anche il mirino e dimentica la pessima prestazione realizzativa della partita precedente. Con 15 pts realizzati e 6/12 dal campo è il terzo marcatore della squadra, ma anche stasera il suo approccio troppo nervoso alle partite lo penalizza, infatti si becca un tecnico dagli arbitri per un accenno di reazione completamente inutile quando i Celtics stendono Kyrie Irving. La strada, comunque, è quella giusta. E poi si sa, in ogni momento J.R. può diventare l’arma segreta vincente. RETTIFICATO.

Kyrie Irving 6.5: Stasera meno numeri del solito da parte di Uncle Drew, che lascia tutto il duro lavoro alle ali e si prende una serata di relativo relax, se relax si possono considerare i suoi 13 pts conditi da 6 ass. Tira maluccio da dentro l’arco (3/11 dal campo) ma è sempre mortifero da fuori (2/3 dalla linea dei 7.25). Si intuisce che non è la sua serata quando penetra in area e il suo tiro incontra la stoppata magistrale di Brandon Bass. In debito con la partita e il pubblico di una giocata da highlight si diverte a far incrociare occhi e gambe di Isaiah Thomas, con un crossover dal retrogusto lontano di playground, corredato di comoda trasformazione. SIESTA.

Tristan Thompson 6.5: Come sempre, il migliore dei Cavs che escono dalla panchina, porta fisicità e freschezza alla causa, oltre che una discreta dose di muscoli sotto canestro. In una serata in cui Mozgov latita, ci pensa lui a garantire la protezione del proprio pitturato che spetterebbe di dovere al russo. Rimane comunque un giocatore con dei limiti piuttosto evidenti, e i Celtics se ne accorgono subito, applicando un metodico “Hack-a-Thompson” ogni volta che entra in possesso della sfera a spicchi. Lui cerca di non fare una piega, ma tira comunque con il 50% dalla linea della carità, percentuale drammaticamente in linea con il suo 48% in carriera. TRISTAN SHAQSON.

Timofey Mozgov 5: Il nativo di Leningrado stasera non riesce ad incidere e macchia la sua serie, fino ad ora magistrale, con una prestazione al di sotto delle aspettative. Appena 5 pts e 6 rbd, poca roba per uno che, grande come lui, dovrebbe dominare comodamente tutti i lunghi avversari. Fortuna che lì davanti i suoi compagni fanno meraviglie, demolendo i Celtics senza di lui. Apice della sua prestazione negativa, la schiacciata divorata su lob di LeBron. FREDDO SIBERIANO.

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