A causa del clamore che circonda LeBron James e la sua squadra, viene quasi facile dimenticare che i Los Angeles Clippers – e non i Lakers – potrebbero essere il punto di riferimento della città californiana.
È storicamente provato infatti che la franchigia capitanata da Jerry West sia da sempre considerata “l’alternativa” ai ben più amati (e vincenti) Lakers, fatto peraltro comprovato la scorsa notte quando – a seguito del parziale da 22-0 con cui Gallinari e compagni hanno steso i gialloviola – ha preso piede un numero considerevole di fischi da parte del pubblico dell0 Staples Center.
“Questa cosa mi piace,”
ha però affermato Montrezl Harrell dopo la vittoria del derby, secondo Ohm Youngmisuk di ESPN.
“Perché ancora [i tifosi] non ci riconoscono come la squadra di Los Angeles, ma la cosa a noi non interessa. Quello che vogliamo ricordargli però è che noi siamo i Los Angeles Clippers, e che quindi ci sono due squadre ad L.A.
So che è facile trascurarci a causa del confronto tra la nostra storia e quella dei Lakers, ma questo non significa un c***o per me. Io continuerò a scendere in campo ogni sera per i miei compagni di squadra e presto o tardi ci riconoscerete. Vi faremo capire di che pasta siamo fatti.”
Parole forti quelle dell’ex Houston Rockets, che trovano ulteriore rinforzo nel recente (e tutto sommato positivo) passato dei Clippers. Nonostante infatti la mancanza di un Titolo in confronto ai 16 vinti dai Lakers, la squadra guidata da Doc Rivers ha passato gli ultimi sette anni in modo nettamente migliore rispetto a quello dei gialloviola, grazie a sei apparizioni ai Playoff e sette stagioni consecutive con un record superiore al 50%.
Tutt’altra storia quella dei “fratelli losangelini”, che negli ultimi cinque anni non sono mai riusciti a vincere più di 35 partite e men che meno a centrare la postseason. Inoltre come se non bastasse, il record attuale delle due squadre favorisce ancora i Clippers, quarti ad Ovest con 21 vittorie e 14 sconfitte (contro il 20-16 dei Lakers, settimi).
Che sia il momento di un cambio di bandiera dunque in quel di L.A.?
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