Le dichiarazioni di Anthony Davis sulla sua volontà di lasciare la propria squadra per approdare in una franchigia che gli permetta di vincere hanno messo in subbuglio il mondo NBA: con i Los Angeles Lakers in testa, tutte le restanti squadre NBA (esclusi i Boston Celtics a causa della Rose Rules) sono interessate ad arrivare al giocatore dei New Orleans Pelicans.
Le affermazioni del nativo di Chicago non sono però sfuggite neanche alla NBA e in particolare ad Adam Silver, sempre molto attento a far rispettare i regolamenti interni alla lega. Per questo motivo il giocatore è stato multato di 50K per aver infranto la regola che vieta a qualsiasi giocatore sotto contratto di dichiarare in maniera pubblica ed esplicita la volontà di voler cambiare squadra.
Una risposta come sempre rapida e pronta della Lega, che però viste le proporzioni e l’efficacia danno la misura di come probabilmente ci sia in questo momento uno sbilanciamento tra il potere in mano alle franchigie e alla NBA e quello di gran lunga superiore in mano ai giocatori, e in particolare alle superstar, di decidere in maniera spesso dispotica il proprio futuro, anche durante un contratto in essere. Oltre all’ultimo episodio di Anthony Davis sono ancora sotto gli occhi di tutti i casi di Kawhi Leonard con i San Antonio Spurs e di Jimmy Butler con i Minnesota Timberwolves.
Inoltre si osserva sempre di più come le stelle siano sempre più attratti dai “big market” e come anche la possibilità data alle squadre proprietarie dei diritti di poter offrire contratti più remunerativi non sia più un deterrente sufficiente per mantenere un certo equilibrio nella Lega. Qualcosa dovrà probabilmente essere cambiato per fare in modo che vengano rispettati i principi su cui questo campionato si è sempre poggiato, il problema è che la prima data per uscire dal contratto collettivo sarebbe il 2023, lontano parecchi anni in cui la situazione potrebbe peggiorare drasticamente.
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