Jimmy Butler è stato raggiunto nella sua casa di Philadelphia dalla troupe di Take it There, nuova serie prodotta da Bleacher Report e condotta da Taylor Rooks e ha parlato a ruota libera affrontando diversi aspetti delicati della sua carriera.
Riportiamo di seguito alcuni estratti salienti della lunga chiacchierata.
DIARIO PERSONALE
Pur riconoscendo l’aggressività come proprio elemento distintivo, Butler ha ammesso di avere molteplici valvole di sfogo:
“Non mi conoscete davvero, conoscete solo ciò che io vi permetto di vedere. Sono a dir poco me stesso. […]Cavoli se sono aggressivo, è [l’approccio] che mi ha portato a questo punto della mia carriera. […] Tengo un diario almeno una volta al giorno. Con tutto ciò che succede nella mia vita, ho bisogno di mettere le cose per iscritto perché potrei sentire la necessità di sfogarmi. Sono umano come tutti. Ovviamente la maggior parte dei contenuti riguarda la pallacanestro perché il basket occupa buona parte della mia esistenza. Se chi mi ruota attorno sta bene, so che lo stesso vale per me.”
I periodi bui non sono mancati, ma nel momento del bisogno Butler non ha avuto paura di chiedere aiuto:
Quando sono triste sto da solo nella mia stanza e non voglio che qualcuno mi parli o bussi a quella c***o di porta. Questo è il succo. Maggiore sconforto? Direi ai tempi di Marquette, quando avevo intenzione di lasciare la pallacanestro per sempre. Mi dicevo ‘ Sai cosa, la pallacanestro non fa per me.’ In quel frangente avrei tanto voluto tenere un diario per buttar tutto fuori invece di parlare tra me e me nell’oscurità. Non sapevo che fare, a chi parlare. Sei cosi distante da casa e a essere onesto non avevo fatto alcuna ricerca. Non sapevo che lì nevicasse e facesse freddo, non sapevo alcunché. […] Chi mi aiutò a superare il momento fu Joe Fulce. Finimmo a Marquette assieme. Il fatto di avere qualcuno da ascoltare fu certamente d’aiuto. […] Ho seguito una terapia in passato. […] Mi piace la gente che mi invita a essere meno s*****o.”
PRESENTE SIXERS
L’arrivo a Philadelphia sembra avergli restituito nuovi stimoli:
“Giocare con Joel Embiid è diverso ma mi piace perchè in lui c’è un po’ di quella componente da ‘non me ne f***e un c****o.’ Amo essere in una squadra con veri agonisti […] Non posso prevedere la free agency di quest’estate. Quando arriverà il momento, ci sarà da divertirsi. A oggi è troppo lontana per preoccuparsene. Non merito il max contract? Vedremo”
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