A rigor di classifica non si può parlare di vero e proprio upset, ma l’eliminazione degli Oklahoma City Thunder per mano dei Portland Trail Blazers è fin qui la notizia del primo turno dei Playoff NBA 2019. Damian Lillard, ancora una volta closer di una serie di Playoff, ha impreziosito con il game-winner una prestazione da cinquanta punti.
Le sue dichiarazioni nel post-partita:
“È stata una sensazione incredibile. Continuavo a ripetermi nella testa che avremmo dovuto faticare per portarla a casa e il fatto di esserci riusciti è grandioso. Non volevo rimettere la decisione nelle mani degli arbitri. Stavo guardando il ferro e la distanza era apprezzabile. Il mio trainer l’aveva detto: ‘Segnerai uno di questi tiri.’ ”
Discorso chiuso e chiacchiere a zero dopo le provocazioni da parte degli avversari:
“Il mio gesto? La serie è finita, volevo salutarli. Dopo gara 3 e una vittoria festeggiavano, noi non abbiamo perso compostezza perché volevamo vincerne quattro. L’abbiamo fatto e non c’è più nulla di cui parlare. Quel canestro ha rappresentato l’ultima parola. Tutto lasciava pensare che saremmo tornati a OKC. Da parte mia forse è stata la performance più importante.”
Terry Stotts si coccola il #0, chiamato agli straordinari in una gara cruciale:
“Con CJ a tre falli [aumentare il suo minutaggio] è stata una decisione facile. La leggenda continua. La partita di Damian è forse la migliore alla quale abbia assistito di persona. Ho visto gare da cinquanta punti ma il peso specifico dell’ultimo tiro, per chiudere la serie, è enorme. In carriera ha mandato in archivio due serie di Playoff con altrettanti buzzer-beater. […] Non si vince con un solo giocatore, ma è stato speciale stasera. È un fuoriclasse. Se lo fa Steph Curry le persone non ci pensano ma Dame è in questa categoria.”
Jusuf Nurkic, presentatosi a palazzo e cercato dalle telecamere, ha ispirato la rimonta di Portland. Il commento del coach:
“Mi hanno detto che quando si è palesato eravamo sotto di otto. Abbiamo vinto di tre, giusto? Ha un plus/minus di +11. Nessuno era al corrente. C’è stato un karma positivo da lì in poi. Con il punteggio in parità e Paul George e Westbrook a quota cinque falli avevamo l’inerzia dalla nostra parte. Se fossimo andati all’overtime avremmo avuto le nostre chance.”
THUNDER CON L’AMARO IN BOCCA
Considerato il vantaggio in doppia cifra a cinque minuti dal termine, in casa Thunder aumenta il rimpianto per la vittoria sfumata. Coach Billy Donovan non ha nascosto la delusione:
“È dura perché i ragazzi hanno lottato, non ho nulla da rimproverare. Nel finale alcune giocate non sono andate per il verso giusto e abbiamo buttato via dei possessi. Falli e tiri realizzati hanno permesso agli avversari di tornare in partita.”
L’allenatore ha riconosciuto senza mezzi termini i meriti della stella avversaria:
“[Lillard] ha giocato tutta la prima metà di gara. Probabilmente avrei fatto lo stesso con Paul [George] se non avesse avuto problemi di falli. Da parte nostra abbiamo lavorato davvero bene, ma lui ha segnato tiri difficilissimi, chiamiamoli con il loro nome. Bisogna dargli credito. L’ultimo tiro è l’epitome di alcune conclusioni mandate a bersaglio nel corso del primo tempo. Negli ultimi 5′ ha fatto un ulteriore passo avanti. Non si può difemdere tutta la metà campo, come squadra si può solo provare a costringerli a fare determinate scelte. Mi aspettavo l’ultimo tiro perché stavo gaurdando il cronometro, mancavano 2.5 secondi. Paul ha fatto il possibile per contestarlo.”
Paul George, chiamato a difendere l’ultimo possesso su Lillard, non ha trovato molto da dire:
“C’è molta delusione, ci siamo lasciati sfuggire la vittoria. Mi tolgo il cappello di fronte ai tiri che Lillard ha segnato, tiri difficili, contestati, da oltre 10 metri. Visto il risultato, non lo si considererà un cattivo tiro e bisogna accettarlo. Era la sua serata e lo sentiva. “
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