Deluso, sconfitto, ma non per questo vinto nell’animo. Stephen Curry, il giocatore forse più rappresentativo dei Golden State Warriors da 10 anni a questa parte, nel post-partita si è lasciato andare ad una conferenza stampa surreale tra sconfitta, infortunio di Kevin Durant e il nuovo, brutto infortunio a Klay Thompson. Tra le altre cose, il playmaker, ha risposto anche alle voci di una possibile disgregazione di squadra totale questa estate che segnerebbe la fine di un’era. Gli Warriors negli ultimi 5 anni si sono portati a casa 3 titoli NBA. Un bottino tutto sommato di qualità. Queste le parole di Curry:
“È dura, è dura perdere così, ma dobbiamo fare i complimenti a Toronto per questa serie finale. Sono stati fantastici questa notte, hanno giocato davvero bene. Per noi è dura, è brutto essere dalla parte degli sconfitti, ma sono successe tante cose strane e abbiamo comunque dimostrato a tutti di che pasta è fatta la nostra squadra. Il nostro DNA, il carattere del nostro team è speciale… non scommettere contro di noi. L’anno prossimo proveremo a tornare qui. Sono molto orgoglioso di come abbiamo combattuto, anche se ora è tutto finito”
L’ultima partita alla Oracle Arena purtroppo si è chiusa con una sconfitta, ma il luogo rimarrà sempre nel cuore dei tifosi di Golden State. Questo il pensiero di Curry:
“Molte emozioni, molti pensieri, qualche dispiacere. Abbiamo provato di tutto in questa arena. Penso sia stato un luogo iconico per la nostra franchigia lungo 47 anni di storia. Godremo comunque di ricordi speciali e di vittorie vissute qui dentro. Spero che i tifosi abbiano apprezzato tutto ciò che abbiamo fatto fino ad oggi e cercheremo di riempire di ricordi anche la nuova arena.”
Poi una battuta su Fred VanVleet che nel corso della serie ha messo a ferro e fuoco l’intera difesa dei californiani:
“Che cosa so in più di lui ora? Che è un ottimo giocatore, sa realizzare tiri importanti e attacca bene l’area. Sa fare diverse cose. Ora è un campione NBA e se l’è meritato”
Successivamente arriva la domanda su quale sia la sconfitta nella Finals che pesa di più, il 2016 contro Lebron o l’attuale contro Toronto:
“Mah, perdere fa male in qualsiasi situazione. A nessuno piace provare queste sensazioni di delusione. In ogni caso credo che dietro ogni sconfitta ci sia anche una sorta di riscatto successivo della squadra in termini di quanto sei in grado di rialzarti, di affrontare le avversità, di nuove sfide.”
Poi un paio di parole sull’infortunio di Klay Thompson e su cosa ha provato in quel momento:
“È stata davvero dura assistere a quella scena anche contando come Klay stava giocando stasera. Il dispiacere è tutto lì considerando poi il tipo di persona che è, quanto gli piace il gioco. Queste sono le uniche cose a cui ho pensato in quel momento, non al fatto di come avremmo potuto sopperire alla sua assenza.”
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