Dopo l’ennesima giornata di rinunce, con DeMar DeRozan e Damian Lillard che in stereofonia hanno annunciato di non voler partecipare alla spedizione di Team USA in Cina, Gregg Popovich si è visto costretto a chiamare altri giocatori per formare il gruppo che si allenerà a Las Vegas per il training camp. Gli ultimi due convocati sono stati Julius Randle e Jaylen Brown, per entrambi sarebbe la prima volta con la nazionale maggiore.
Il prodotto di Kentucky ha giocato numeri alla mano la sua miglior stagione in carriera, chiudendo la parentesi ai New Orleans Pelicans con 21.4 punti di media, 8.7 rimbalzi, 3.1 assist e oltre il 50% dal campo, sfruttando i tanti minuti lasciati liberi dai problemi fisici e non di Anthony Davis durante la regular season appena conclusa. Dalla prossima stagione Randle sarà uno dei giocatori di punta dei New York Knicks, dopo aver firmato un triennale da $62.4 milioni.
Per quanto riguarda la massima competizione FIBA, la #7 scelta del 2014 è sicuramente un giocatore interessante, in grado di spostare fisicamente, ma anche di fungere da playmaker secondario e da trattatore del pallone direttamente da situazione di rimbalzo, grande al suo ottimo ball-handling combinato alla visione di gioco.
Per quanto riguarda Brown la sua stagione è stata piuttosto diversa rispetto a quella del connazionale: partito con grandi aspettative sulle spalle dopo il finale di stagione scorsa e gli ottimi Playoff, il prodotto di California ha deluso senza mezzi termini per tre quarti della regular season, perdendo anche il posto in quintetto. Le sue doti fisico-atletiche sono di primissimo livello su entrambe le metà campo, ma vanno a perdersi nell’incapacità ancora del giocatore di capire i momenti delle partite e di giocare all’interno del flusso di squadra.
Sicuramente un livello inferiore rispetto ai nomi illustri che avrebbero dovuto comporre il roster di Team USA, ma il talento rimane comunque indiscutibile, sopratutto se nelle mani di un allenatore come Popovich. Intanto nelle prossime ore potrebbe arrivare anche la rinuncia di Kevin Love, uno dei pochi veterani rimasti in lista.
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