Ormai è noto a tutti la Francia ha eliminato gli Stati Uniti con un sonoro 89-79 che le ha permesso di entrare di diritto nelle seminifali dei mondiali cinesi del 2019.
L’equipe, seppure aveva in roster giocatori di indubbio talento, ha stupito molti addetti ai lavori sancendo la sconfitta degli USA dopo ben 13 anni di imbattibilità in partite ufficiali.
L’unica prestazione di spessore per gli americani è stata quella di Donovan Mitchell, autore di ben 29 punti che però sono stati resi vani dalla sensazionale prova del suo compagno agli Utah Jazz, Rudy Gobert, a cui si sono aggiunti Evan Fournier degli Orlando Magic e Nando De Colo, vecchia conoscenza di Pop in Texas.
Nel post-partita i giornalisti hanno soffermato l’attenzione sulle innumerevoli assenze di Team USA mettendo in difficoltà più volte il 45 di Salt Lake City. Stufo delle solite domande è intervenuto il coach dei San Antonio Spurs difendendo a spada tratta la compagine da lui guidata in questa competizione:
“Mancate di rispetto. Non è cosi che si fa. Non chiedendo se ci fosse stato questo o quel giocatore. E’ un grave sgarbo che si fa ai miei ragazzi, alla Francia ed a tutte le altre nazionali che partecipano a questo mondiale. Abbiamo perso ma io sono ugualmente soddisfatto e non potrei non essere grato a questi ragazzi, che hanno sacrificato le loro vacanze estive per essere qui oggi, nonostante non avevano mai giocato insieme. Non vi soffermate sui giocatori che ci mancavano, non esiste nessun altro giocatore al di fuori di quelli che sono scesi in campo. Il coach francese ha fatto un gran lavoro, è nettamente la miglior Francia che io abbia mai visto. Hanno fisicità, hanno giocato di squadra facendo bene su entrambi i lati del campo. Hanno una panchina lunga ed oggi hanno giocato egregiamente”.
Perentorie le dichiarazioni di Coach Pop che ha dovuto subire pesanti rinunce ma che ugualmente si approcciava a questo mondiale con i galloni di squadra che poteva fare di più ed arrivare sino in fondo.
Che ne sarà alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Torneranno a vestire la maglia a stelle e strisce anche i campioni di maggior spessore? Una cosa è certa, gli USA rimarranno sempre e comunque una squadra altamente competitiva, spinti questa volta anche da una considerevole voglia di riscatto.
LEGGI ANCHE:
NBA, Il duro attacco a Kevin Durant: “Non era leader per nessuno ad OKC”
NBA, Taco Tuesday amaro per LeBron James
NBA, Rose rivela: “Jimmy Butler mai in spogliatoio con la squadra nella mia ultima stagione ai Bulls”