Spesso e volentieri l’NBA può essere paragonata a un fiume in piena: il suo corso è imprevedibile, prorompente e distruttivo. Infatti, ogni anno accade qualcosa di difficilmente pronosticabile che coinvolge giocatori e franchigie. Basti pensare, nella sola scorsa stagione, alla richiesta di scambio di Jimmy Butler, alla vittoria del titolo NBA per mano dei Toronto Raptors, o il trasferimento di Kevin Durant ai Brooklyn Nets.
Un altro fenomeno ricorrente in ogni annata NBA è quello della breakout season, ossia una stagione in cui un giovane giocatore compie spaventosi miglioramenti rispetto al passato, guadagnandosi un posto da titolare o, perché no, una convocazione all’All-Star Game. E se alcuni (pochi) di loro possono essere previsti all’avvio della regular season, altri ci travolgono a suon di statistiche impennate, prestazioni inaspettate e giocate decisive.
Alle porte della stagione 2019-20 ci sono molti giocatori che sembrano sul punto di esplodere, chi per quanto di buono fatto vedere nelle passate stagioni, chi perché rientra da un infortunio piuttosto lungo che ne ha impedito la consacrazione, e chi semplicemente per via di un contesto del tutto nuovo. Di tutti quelli possibili ne abbiamo scelti dieci, andando ad analizzare le loro stagioni precedenti, i loro punti di forza e i loro punti deboli, spiegando così il perché sono i principali candidati a una breakout season: non ci resta che andare a vedere di chi si tratta.
10. Shai Gilgeous-Alexander – Oklahoma City Thunder
Oltre a una serie infinita di scelte ai Draft dei prossimi anni (le abbiamo raccolte in questo articolo, analizzando le mosse estive dei Thunder), in cambio di Paul George la franchigia di Oklahoma City ha ottenuto anche Shai Gilgeous-Alexander dai Los Angeles Clippers. Il ventunenne viene da un’eccellente prima stagione in NBA, nel corso della quale si è intravisto un enorme potenziale: sebbene le sue cifre complessive non sono state nulla di esagerato (10.8 punti, 3.3 rimbalzi e 2.8 assist di media a partita), il suo apporto in attacco è gradualmente aumentato con l’avanzare della stagione, grazie alla sua capacità di giocare il pick and roll e alla sua efficacia da dietro l’arco, fino ad arrivare ai 14.3 punti e 4.2 assist di media nelle ultime 20 partite della stagione. Nelle sei partite di Playoff disputate, poi, l’ex Clippers ha messo in mostra una grande naturalezza nel concludere a canestro, tirando con il 46,7% da due punti, con il 50% da tre e con l’85% ai liberi.
Ora che è arrivato ai Thunder, il cui futuro è ancora piuttosto incerto, Gilgeous-Alexander avrà tutto lo spazio necessario per incrementare ulteriormente i propri numeri. Incerta è anche la condizione fisica di Chris Paul, arrivato dagli Houston Rockets per sostituire Russell Westbrook: ha giocato 116 partite delle possibili 164 in maglia Houston Rockets negli scorsi due anni, mentre ha sofferto diversi infortuni nel corso dei recenti Playoff. Dunque, Gilgeuos-Alexander potrebbe approfittare della situazione, qualora Paul non ritrovi la sua condizione fisica: ha giocato tutte le 82 partite della scorsa stagione, così come ha giocato tutte le partite nel suo anno da freshman a Kentucky. Insomma, un vero e proprio iron-man, come viene definito oltreoceano un atleta che non soffre particolari infortuni per lunghi periodi di tempo.
Inoltre, Sam Presti sembra puntare molto sul classe 1998, dichiarandosi consapevole dell’enorme potenziale che il ragazzo ancora nasconde:
“Penso che non abbia nemmeno scoperto la punta del suo vero valore. Ha un’ottima struttura, una grande stazza e lunghezza. È una spugna [in riferimento alla sua capacità di apprendimento, ndr]. Oggi non si trova nemmeno lontanamente vicino a quello che sarà un giorno”.
Quindi, tutti i presupposti lasciano sperare nella stagione dell’esplosione per Gilgeous-Alexander: fiducia da parte del GM, nuovo contesto, condizione fisica perfetta. Sommando tutti questi elementi alla presenza di giocatori esperti come Chris Paul e Danilo Gallinari a roster, siamo certi che il secondo anno dell’ex Clippers sarà esaltante.