Nella notte NBA Kenny Atkinson, coach dei Brooklyn Nets si è reso protagonista di un curioso episodio. Durante la partita contro Houston, vista la scarsa comunicazione dei suoi giocatori in fase difensiva, Atkinson ha mostrato un cartello raffigurante Dennis Scott, ex grande tiratore degli Orlando Magic, sbarrato dal simbolo di divieto.
Per cercare di arginare James Harden, Russell Westbrook & Co. l’intento era quello di difendere la linea del tiro da tre punti: così, dopo averne parlato con i suoi collaboratori, è nata l’idea di utilizzare il cartello. Alla fine il messaggio è arrivato forte e chiaro: Harden ha terminato la partita con 2-8 da tre punti, mentre Westbrook con 1-6. Queste le parole di Atkinson nel postgame:
“Dovevamo solo difendere. Volevo fargli capire cosa dovevamo fare: qualche volta c’è bisogno di un po’ di umorismo nel dire le cose e oggi si è visto: il messaggio è stato ben assimilato dai ragazzi.”
La vittoria di Brooklyn per 123 a 116 passa soprattutto dalle ottime prestazioni di Prince (27 punti-12 rimbalzi), Irving (22 punti-10 assist), LeVert (25 punti- 4 assist- 4 rimbalzi) e Garrett Temple ( 16 punti- 7 rimbalzi- 3 assist). Ai Rockets non bastano i 36 punti di Harden e i 27 di Westbrook per arrivare alla vittoria.
L’intuizione di coach Atkinson ha portato i frutti sperati: nonostante l’imbarazzo dei giocatori nel vedere il proprio allenatore con un cartello in mano, i Nets vincono una partita che risolleva il morale della squadra dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative.
Questa metodo di comunicazione è molto diffusa nel college football, dove i coach scrivono lo schema da utilizzare e mostrano il cartello ai giocatori in campo. Atkinson è stato il primo ad aver usato questo sistema in NBA: chissà se adesso verrà utilizzata da altri allenatori oppure rimarrà solo un’azione isolata.
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