Altra serata in ufficio per i sorprendenti Miami Heat, che all’undicesima partita dall’avvio di stagione vantano il secondo miglior record di conference dopo i Boston Celtics.
In quel di Cleveland infatti Butler e compagni hanno subito imposto il loro ritmo sugli avversari, piazzando dapprima un parziale di 9-0 tramutatosi ben presto in un 32-15, frutto di quattro triple e di un eccellente 15-25 dal campo nel solo primo quarto di gioco. Il dominio dei ragazzi di South Beach è poi durato fino al terzo periodo, quando il vantaggio che fino a quel momento era di ben 22 lunghezze (96-74) si è improvvisamente dimezzato grazie al rientro in partita dei Cavs, guidato da un paio di canestri in fila di Kevin Love. Negli ultimi dodici minuti di partita però, gli Heat hanno saputo mantenere ugualmente un vantaggio rassicurante in doppia cifra, che ha permesso loro di portare a casa l’ottava vittoria stagionale senza troppi problemi.
“Alla fine abbiamo trovato ugualmente il modo di vincerla, non importa se di un punto o di venti. Una vittoria è sempre una vittoria.”
Queste le parole a fine partita di un Jimmy Butler decisamente soddisfatto e autore di 14 punti, 6 assist e 3 palle rubate per i suoi, a cui si aggiungono i 16 punti (con 15 rimbalzi) di Bam Adebayo e i 23 (con 8 assist) di un solidissimo Kendrick Nunn. Ai Cavs invece non bastano i 21 punti e 10 rimbalzi di Kevin Love per evitare la settima sconfitta stagionale, frutto soprattutto di una serata storta al tiro dalla lunga distanza (solo 8 canestri segnati sui 32 tentati).
(6-5) Dallas Mavericks 103-106 New York Knicks (3-9)
Non è andato di certo nel migliore dei modi il ritorno al Garden di Kristaps Porzingis, che alla prima da avversario in quel di New York non ha saputo dominare il parquet e vincere come invece avrebbe sperato.
Nonostante le differenti ambizioni per la stagione di Mavs e Knicks infatti la partita non ha avuto un vero e proprio padrone per quasi tutti e 48 i minuti di gioco, almeno fino a che Marcus Morris Sr. non ha deciso di dare la zampata decisiva per i suoi con una tripla glaciale a 12″ dal termine del match.
Questo il canestro della staffa per i padroni di casa, che hanno saputo sfruttare al massimo i 20 punti di un Morris letale nel secondo periodo di gioco (6-12 al tiro contro l’1-7 messo a segno nel primo) e i 17 punti con 10 rimbalzi di un buon Julius Randle. Brutto scivolone invece per Dallas, che manda all’aria l’ennesima tripla doppia di uno straordinario Luka Doncic (33-10-11) a causa di una serata pessima al tiro da tre punti (8-36, solo il 22%). In chiaro-scuro la prestazione di Porzingis, autore di 20 punti, 11 rimbalzi e tre stoppate con un poco brillante 7-17 dal campo.
(4-8) Chicago Bulls 115-124 Milwaukee Bucks (8-3)
Tutto piuttosto facile in casa per i Milwaukee Bucks, che alla prima stagionale senza Khris Middleton trovano ugualmente la vittoria nel derby contro Chicago grazie alle super prestazioni della coppia Antetokounmpo-Bledsoe.
Nonostante infatti un inizio lento da parte dei ragazzi di coach Budenholzer – in svantaggio 65-66 dopo i primi due quarti di gioco – la partita è ben presto andata nelle mani dei Bucks, merito soprattutto del parziale di 32-20 messo in piedi dopo il rientro dalla pausa lunga.
E’ proprio in questi 12′ di gioco infatti che sono arrivati 10 dei 38 punti messi a segno nella gara da parte di Giannis Antetokounmpo, che in questa partita ha avuto come suo scudiero principale un fantastico Eric Bledsoe da 31 punti (season-high) e 8 assist. Ad ogni modo, il dato più rassicurante per Milwaukee dopo questa gara rimane il fatto di essere riusciti a portarla a casa nonostante il pessimo 6-33 al tiro dalla lunga distanza (18%), contro invece l’ottimo 18-43 (42%) degli avversari. Ai Bulls infatti non bastano i 25 punti di LaVine e i 26 di un Coby White sempre più calato nel ruolo di realizzatore per sbancare la Bankers Life Fieldhouse.