In occasione del Christmas Day 2019, l’NBA ha organizzato una global conference il 19 Dicembre alla quale abbiamo avuto modo di partecipare. I protagonisti dell’intervista sono stati Nikola Jokic e Will Barton dei Denver Nuggets.
Di seguito il contenuto della conference call.
Il primo a rispondere alle domande è stato Nikola Jokic, il centro serbo che al momento viaggia in doppia doppia di media e con oltre 6 assist a partita.
Come vedi il prosieguo della tua stagione e dei Denver Nuggets?
“Penso prima di tutto che stiamo disputando un’ottima stagione. Penso che abbiamo delle aspettative molto alte su noi stessi, e vogliamo realizzare qualcosa di importante, questo è il motivo per cui c’è un pò di pressione nell’ambiente. A chiunque può capitare di sbagliare dei tiri e sbagliare delle scelte ma sono convinto sarà un’ottima annata per noi alla fine. Siamo quarti ad Ovest e ciò significa che stiamo facendo bene. Potremmo fare certamente meglio, ma potevamo trovarci in condizioni peggiori anche. La stagione è ancora lunga ma personalmente penso di aver iniziato a giocare ai livelli dell’anno scorso in quest’ultimo periodo.”
Sarebbe interessante sapere come hai portato il tuo gioco nella NBA, una lega nella quale gran parte dei giocatori si affida all’atletismo e c’è bisogno di usare abilità, intelligenza cestistica ed altro per cercare di superarlo.
“Si, penso di aver portato qualcosa di diverso nella lega, e penso di poter fare tutto molto bene sul parquet. Non credo di essere l’unico a poter fare ciò. Ci sono un sacco di ragazzi in NBA che possono influenzare il gioco in molti altri modi. Ma ad esser sincero, gioco come quando ero bambino. Ero sempre molto bravo con la palla, passavo la palla, tiravo e segnavo. Cose di normale amministrazione insomma. Poi Coach Malone di certo mi ha dato libertà e l’opportunità di mostrare il mio gioco. Questo è piaciuto sia a lui che ai miei compagni di squadra e abbiamo iniziato a vincere le partite. Penso questo sia il tipo di risposta. Non appena l’allenatore mi ha dato questa libertà io non ho più smesso di giocare come ho sempre giocato durante tutta la mia vita.”
Al momento siete secondi per defensive rating. Ma tu sei conosciuto per essere un giocatore offensivo, qual è stata la chiave del tuo e del vostro successo su questo lato del campo in questa stagione?
“Bhe penso sia semplice per me. Questa è una risposta facile, credo perchè siamo la stessa squadra. Noi abbiamo lo stesso sistema, la stessa organizzazione, la stessa routine. Noi stiamo giocando insieme da quattro anni. Ognuno conosce gli altri compagni e conoscendo meglio tutti puoi giocare bene in difesa, aiutando gli altri e moltiplicando gli sforzi. Penso che questo sia il motivo giocando così tanti anni insieme. Ed inoltre sappiamo bene che se vogliamo vincere le partite dobbiamo giocare bene su entrambi i lati del campo.”
Cosa ha aggiunto Coach Malone a questa squadra per renderla una solida squadra Top5 in un Ovest sempre molto complicato?
“Oh, ad esser sincero, lui ci parla spesso. Potete vedere voi stessi come parla ai giocatori. Ci chiede cosa pensiamo di questa situazione, cosa pensiamo di quest’altra e così via. Lui sa che siamo noi i giocatori, e da dentro al campo noi vediamo qualcosa di diverso. Ha sempre una buona interpretazione ed ha volte ci chiede semplicemente cosa ci piace fare. Ha un sacco di fiducia in noi e questo è il mio quinto anno insieme a lui. Questo legame è cresciuto sempre più e significa molto per me ed i ragazzi.”
Dicci qualcosa sulla tua relazione con Danilo Gallinari e di come lui ti ha aiutato ad ambientarti nella lega.
“Si, ho giocato con Gallo ed è stato un anno molto divertente. Quest’anno ho giocato contro di lui e contro l’Italia in estate e fa sempre piacere incontrare vecchi compagni di squadra e vederli giocare bene. Di certo Gallo mi ha fatto provare qualche dolore. Ricordo che il mio primo anno contro Toronto segnai 27, 28 o 29 punti e lui mi disse che avevo mostrato a tutti ciò di cui ero capace ed avevo solo bisogno di farlo ogni sera. E’ stato davvero un gran consiglio se ci pensate.”
Nella seconda parte invece si è aggiunto Will Barton, il veterano dei Nuggets. Il giocatore in roster che è da più anni in Colorado e conosce molto bene l’organizzazione della Mile High City.
Thrill is doing a bit of everything for us!#MileHighBasketball pic.twitter.com/kz9Vr0TbIG
— Denver Nuggets (@nuggets) December 16, 2019
Questa settimana sei stato classificato quinto nella classifica plus-minus di ESPN dietro tre MVP come Giannis, Lebron e James Harden ed un MVP delle finali come Kawhi Leonard. Per te questa è la dimostrazione di quanto tu sei importante per Denver?
“In realtà non presto molta attenzione a queste cose. Sicuramente fa davvero molto piacere vedere il proprio nome subito dietro a quello dei migliori giocatori della lega. Ma il mio ruolo è cacciar fuori tutto ciò che riesco per aiutare la squadra a competere ad alto livello. Questa è l’unica cosa che ci prefissiamo, ognuno di noi. Non ho bisogno di avere lo stesso ruolo che hanno quei giocatori nelle loro squadre. Bello essere in quella classifica ma io cerco soltanto di giocare una buona pallacanestro.”
Qual è la differenza tra quest’anno e lo scorso nella Western Conference? L’anno scorso c’era l’egemonia di Golden State con voi che seguivate a ruota mentre quest’anno il discorso sembra essere più equilibrato. Cosa pensi a riguardo? Ed avete apportato qualche modifica come squadra rispetto all’anno scorso?
“Sappiamo che quest’anno la Conference è più aperta con Golden State che ha perso KD e l’arrivo di Davis a Los Angeles, Leonard e Paul George finiti ai Clippers ed anche Dallas che ha a dispozione Doncic e Kristaps Porzingis. Noi siamo consapevoli che c’è più equilibrio e più squadre sono competitive allo stesso livello e rendono l’Ovest molto interessante. Sappiamo che dobbiamo farci trovare pronti e penso che lo saremo durante l’arco della stagione.”
Che importanza ha avuto Coach Malone sul tuo sviluppo da giocatore?
“E’ stato fondamentale per me, per il mio sviluppo. Mi ha dato la possibilità di giocare con continuità nella lega. La possibilità di sviluppare sul campo il mio gioco attraverso gli errori e diventare il giocatore che sono oggi. Lui ha giocato un ruolo decisivo in tutto ciò.”
Quando sei stato scambiato a Denver facevi parte di una squadra molto giovane, mentre adesso sei il quarto più anziano della squadra, mi chiedevo se il tuo ruolo in termini di leadership è cresciuto e come ti rapporti con i ragazzi giovani che avete in squadra.
“Il mio ruolo è assolutamente cresciuto col passare degli anni. E’ divertente pensare che quando venni qui ero solo un giovane ragazzo ed ora sono uno dei veterani della squadra, con più esperienza ed è qualcosa di piacevole però. Bhe i giovani ragazzi, loro ricordano me, cercano di trovare il loro ruolo, il loro posto nella lega, di affermarsi. E tu cerchi solo di parlare loro su come essere professionali e come seguire la strada corretta cercandoli di avvertire sugli errori da te commessi in passato, cercarli di guidare nella giusta direzione.”