Squadra: Memphis Tigers (Freshman)
Ruolo: Power Forward/Center
2019-20 Stats Per Game
Pts | TotRebs | DefRebs | OffRebs | Asts | Stls | Blks | FG% | 3pts FG% | Ft% |
19.7 | 10.7 | 6.3 | 4.4 | 0.3 | 0.3 | 3.0 | 76.9 | 0 | 70.4 |
2019-20 Advanced
Ast% | Reb% | OffReb% | DefReb% | TO% | Usg% | Blk% | eFG% | TS% |
4.4 | 24.4 | 21.8 | 26.5 | 7.2 | 29.1 | 13.6 | 76.9 | 76.0 |
James Wiseman è l’esempio più tangibile di come all’interno di una singola stagione le percezioni e le aspettative attorno a un giocatore possano essere modificate irrimediabilmente dal corso imprevedibile degli eventi.
Alla vigilia della stagione 2019-20 Wiseman era riconosciuto da moltissimi addetti ai lavori come il talento più imperdibile del Draft 2020. La sua stessa scelta di unirsi all’università di Memphis, preferendola ad atenei più famosi e storicamente rilevanti era divenuta il perfetto manifesto del progetto di coach Penny Hardaway. Mai come in questo caso, però, è passato davvero poco tempo prima che l’idillio si rompesse.
28 punti, 11 rimbalzi e 3 stoppate: si son visti debutti peggiori, anche per una papabile prima scelta assoluta.
Dopo tre sole gare, la NCAA ha annunciato l’ineleggibilità di Wiseman a causa di pagamenti illegittimi ricevuti proprio da coach Hardaway, costringendolo a rinunciare all’intera stagione NCAA. A seguito dello stop forzato, Wiseman ha visto il proprio borsino al Draft NBA impazzire, vedendolo addirittura scendere al di fuori della top 5 in alcuni Mock Draft, salvo poi risalire in maniera vertiginosa nelle ultime settimane.
La ragione è presto detta: la completa assenza della March Madness 2020 e lo stop prolungato di tutti i maggiori talenti impegnati in questo Draft hanno resettato in parte gli standard degli scout NBA, portandoli a focalizzarsi maggiormente sul talento puro e allontanandoli , per certi versi, dai riscontri effettivi arrivati dai campi.
Questo vorticoso rimescolarsi delle carte in gioco ha riportato con forza Wiseman sotto i riflettori: per l’ex numero 32 di Memphis, infatti, potrebbero non esserci rivali in quanto a potenziale.
Punti di forza
Nelle sole tre gare disputate con l’università del Tennessee, Wiseman si è mostrato come un giocatore incontenibile. In soli 23 minuti di utilizzo medio ha totalizzato 19.7 punti, 10.8 rimbalzi e 3 stoppate di media: numeri mostruosi, sicuramente gonfiati dal valore non irresistibile di due delle tre avversarie affrontate, South Carolina State e Illinois-Chicago, ma che restituiscono l’idea del potenziale di un giocatore che eccelle in tantissime caratteristiche ricercate dagli scout NBA.
Wiseman, infatti, oltre a essere dotato di un atletismo fulminante, che gli permette di adattarsi a ritmi altissimi con estrema facilità e esplodere in verticale anche con poco spazio a disposizione, è dotato di misure strabilianti: 216 cm di altezza, 232 cm di wingspan e 290 cm di standing-reach, un sogno per tutti i coaching staff NBA.
Non è un mistero che sempre più di frequente le franchigie della Lega cercano argilla di questa qualità per plasmare giocare rapidi, in grado di occupare ampie porzioni campo nella metà campo difensiva e di correre il campo con intensità e pericolosità. Da questo punto di vista, Wiseman rappresenta il prospetto NBA perfetto: il rim runner 2.0, dotato di istinti atavici in difesa, che lo portano ad essere uno stoppatore selvaggio e spettacolare, e di un’attrazione costante per il ferro in attacco.
Il suo moto perpetuo nelle zone del ferro lo rendono un perfetto lob target in grado di finire con costanza al ferro, un rimbalzista vorace nelle due metà campo -in attacco catturava addirittura 4.4 rimbalzi di media con quasi il 22% di offensive rebound percentage- e potenzialmente uno rim protector di assoluta elite come testimonia il terrificante 13.6 di block percentage fatto registrare nelle sue fugaci apparizioni a Memphis.
Come vedete attaccare in terzo tempo quando al ferro c’è Wiseman può rappresentare più di un problema.
Se inserito in un sistema ad alto voltaggio, Wiseman potrebbe rivelarsi un giocatore in grado di avere al contempo un impatto immediato, pur preservando sconfinati margini di miglioramento. Basta, ad esempio, dare uno sguardo al suo discreto jumper dalla media, unito a un sufficientemente solido 70.4% in lunetta, per intravedere le possibilità di lavorare su di lui anche nella sua prospettiva di sviluppo come stretch 5: una dimensione che nelle sole tre gare collegiali disputate è stata completamente nascosta (0 canestri da tre punti realizzati con un solo tentativo) in favore di una predominante ricerca del tiro ad altissima percentuale: non deve pertanto stupire l’80% nei tiri da due punti fatto registrare nella sua brevissima esperienza a Memphis. Da queste basi, in ogni caso, si può partire per costruire un giocatore che pur lavorando per ampliare il proprio repertorio di soluzioni, può già avere impatto nella NBA di oggi.
Punti deboli
Alcuni dei principali difetti di Wiseman altro non sono che l’altro lato della medaglia di alcuni dei suoi punti di forza. Il suo fortissimo istinto per la stoppata, ad esempio, si traduce in un’enorme difficoltà nel tenere i piedi saldi al suolo nel momento giusto: cade facilmente sulle finte e, molto spesso, è piuttosto semplice attrarlo fuori posizione e costringerlo a spendere dei falli. Inoltre, è un difensore completamente da scolarizzare nelle situazioni di collaborazione difensiva: se coinvolto in un pick-and-roll può risultare davvero un bersaglio semplice e, proprio per questo, potrebbe necessitare dell’inserimento in un sistema difensivo che effettui scelte costanti e coerenti al fine di limitarne l’esposizione.
In attacco, poi, sono diverse le zone grigie del suo gioco da mettere a posto: in un attacco a metà campo, ad esempio, risulta davvero difficile immaginare di poter appoggiare la palla spalle a canestro per il nativo di Nashville. Oltre ad aver mostrato istinti per il passaggio sotto media (1 assist in 3 partite e 4.4% di assist%), l’ex Tiger non dispone di un repertorio di movimenti in post sufficientemente affidabile per la pallacanestro NBA: un aspetto abbastanza interessante considerata la momentanea assenza di un gioco perimetrale all’interno della sua faretra di soluzioni.
L’essere stato così tanto nascosto all’interno della sua unica stagione NCAA ha reso poco chiaro quanto i difetti di Wiseman siano facili da estirpare alla luce di un percorso di crescita di comprensione del gioco e quanto, invece, siano delle mancanze più pervicaci e ostiche da eliminare. L’unica certezza per l’ex numero 32 di coach Hardaway è che per raggiungere il massimo del suo potenziale dovrà incrociare un coaching staff capace di lavorarlo con sapienza sin dai suoi primissimi vagiti nella lega.
Upside
Nel caso di Wiseman, la già complessa operazione di predire un ceiling per un giocatore collegiale incontra un numero rilevante di complicazioni: la sua più volte citata mancanza di visibilità nel corso dell’unica stagione collegiale, l’estrema competitività della lega in riferimento a giocatori con le sue caratteristiche e dei difetti al momento piuttosto marcati potrebbero essere un freno abbastanza rilevante per il suo sviluppo. Wiseman, però, ha un potenziale da All-Star fatto e finito e, se catapultato nel giusto contesto, potrebbe riuscire a imporsi come uno dei nomi più rilevanti tra i lunghi che popoleranno la NBA del futuro.
Draft projection
Dopo le già citate oscillazioni avute nei vari Mock Draft, al momento è davvero difficile ipotizzare che Wiseman possa uscire dal terzetto di testa del prossimo Draft. Bisognerà, a tal riguardo, tenere d’occhio le decisioni dei Golden State Warriors che potrebbero seriamente scambiare la loro seconda scelta assoluta all’interno di un pacchetto funzionale all’ottenimento di un giocatore di status superiore. Qualora una trade non dovesse arrivare, però, Wiseman sarebbe il giocatore perfetto per i Dubs alla pick numero due: un talento così sconfinato, incastrandosi con la naturale necessità di giocare su alti ritmi di Golden State e in un sistema difensivo che dovrebbe ripartire da principi ben definiti, potrebbe rappresentare un innesto molto interessante nello storicamente tormentato spot di numero 5 per Golden State.