50 vittorie stagionali mancate per un soffio, una Regular Season decisamente in altalena (con tanto di strisce di sconfitte consecutive) e una (sola) serie di Playoff in cui ci si è arresi dinanzi a The Truth. Costituiti forse più che arresi. Uno 0-4 sonante, senza appello, quando le premesse lasciavano immaginare gare quantomeno più combattute.
I Toronto Raptors in questi ultimi 12 mesi sono stati (soprattutto) questo. Una squadra in parte disfunzionale, quarto miglior attacco per punti messi a referto (dato più che obsoleto, ma che “lavorato” rispetto al PACE non cambia di molto) e soltanto 22esimi per numero di assist. Tanto isolamento e tanti tiri in sospensione.
Il risultato? Una shot chart senza picchi (eccezion fatta per il mezz’angolo destro, da cui però vengono prese soltanto l’1,9% delle conclusioni totali) né grossi punti deboli. Una enorme marea gialla che poco si discosta dalle medie NBA. Talento individuale, buoni margini di miglioramento, assenza di continuità. Una mediocrità scossa spesse volte da un giocatore in uscita dal pino, dall’ingresso dalla panchina del miglior sesto uomo dell’anno, Lou Williams, fresco arrivo in casa Lakers.
Uno che con i suoi 15,5 punti di media val la pena servire con continuità, magari disegnando per lui un paio di giochi. Andiamo a vedere quali.
Il nome della chiamata è già di quelli che mettono i brividi. AI, ogni riferimento a quel mostro del gioco rispondente al nome di Allen Iverson non è puramente casuale. Anzi. La giocata è presto detta. I 2 lunghi al gomito e il numero 23 (no, questa volta stiamo parlando “solo” di Lou Williams, non scomodiamone altri) pronto a sfruttare i blocchi.
L’uscita è ottima e la ricezione in movimento (talmente tanto che il fermo immagine è venuto mosso). Sfruttare il vantaggio mettendo la palla a terra oppure usare lo spazio per il palleggio-arresto- tiro. La scelta è presto fatta. Relax, take it easy!
Costruire lo stesso tiro poi può essere fatto sfruttando concetti diversi. Ossia a ribaltare la palla ci pensa non solo il taglio della guardia, ma anche la circolazione tra giocatori (si, un Gronchi rosa all’interno dell’attacco Raptors).
Gioco tipico di stampo collegiale questo. Caroline Leak. Il lungo in punta che riceve ed è pronto a ribaltare sul lato debole, mentre Williams è ancora sul lato forte, apparentemente disinteressato allo svolgimento dell’azione.
Quando la palla arriva sul lato debole parte il movimento della guardia della squadra canadese. Prima il pallone e poi il taglio, l’esatto opposto rispetto a quanto visto prima.
Il risultato invece è sempre lo stesso. Splash!
Tanta energia quindi e soprattutto tanti punti in pochi minuti (25 i minuti di utilizzo la scorsa RS). Un lusso non da poco in una lega come quella americana.
I tifosi dei Lakers sono avvisati. Disegnare qualche schema e chiamare giochi per Lou Williams è cosa buona e giusta. Conviene sin da ora iniziare a pensare come fare.