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NorthWest Division

NBA Season Preview: Northwest Division

Denver, Portland e Utah alla ricerca di conferme; Minnesota riparte, Oklahoma City ricostruisce. Uno sguardo alla Northwest Division NBA

In un Ovest che pare appannaggio dei Lakers per almeno i prossimi due anni, la corsa alla conquista del West sembra già scritta. Ma nella Northwest Division molto si è mosso e gli equilibri di potere sono cambiati. E se per una Utah che pare aver perso smalto e necessita di ritrovare se stessa, vi sono dei Blazers pronti a far sognare Lillard e tifosi. Mentre Denver, in netta rampa di lancio dopo gli ottimi Playoff della stagione appena conclusa e apparsa davvero in forma nelle prime partite di pre-season, è pronta ad imporsi come nuova contender e regina di Division. Affascina poi il nuovo ciclo dei Minnesota Timberwolves, freschi della prima scelta al Draft 2020 e con ritorni eccellenti. Magari pronti a sostituire Oklahoma, che ha deciso di ricostruire. Abbiamo analizzato tutte e cinque le franchigie e fatto le nostre previsioni per la Northwest Division.

Denver Nuggets

La prima tappa del nostro viaggio virtuale nel nord della Western Conference parte dai detentori del titolo  della Northwest  Division NBA nelle ultime due stagioni, dunque dal Colorado, casa Nuggets.  Fino agli scorsi Playoff, la squadra di Denver ha fatto parte di quella categoria di franchigie che affascina i romantici dello sport. Quelli, per intenderci, che per natura sono portati a simpatizzare la squadra meno blasonata, in costante ricerca del Davide che abbatta Golia. E Denver rispecchiava appieno questo immaginario: una squadra traboccante di giovane talento, ma non abbastanza per entrare tra le big della lega.

Fino alla bolla di Orlando. Qui infatti le “pepite” si sono imposte come una certezza nel panorama del West, affrancandosi definitivamente dall’immagine di  outsider spensierata che può far saltare il banco scommesse. Questo perché la franchigia non ha soltanto raggiunto le finali di Conference, ma ha dimostrato una tenuta mentale e fisica tale da recuperare due 3-1 a sfavore. Denver, con un roster costruito in maniera equilibrata e un coach tra i migliori nella NBA, oggi è ufficialmente una grande con cui dover fare i conti nei prossimi anni. Con margini di miglioramento ancora inesplorati. La cavalcata nella bolla di Orlando è stata solo la dimostrazione di tutto ciò, e non il risultato di una serie di fortunate coincidenze.

Shaq, Charles Barkley, Kenny Smith e Ernie Johnson commentano – in maniera piuttosto sopresa – la rimonta di Denver contro i Clippers. I Nuggets avevano già ribaltato il 3-1 di Utah al primo turno.

La dirigenza di Denver ha quindi deciso, in vista della stagione 2020-21, di non stravolgere il gruppo, ma ha preferito confermare il core del roster che ha raggiunto le finali di Conference. Prediligendo la continuità. Forse anche troppo.

Pochi volti nuovi e tanta continuità: è stata questa la strategia adottata dal front office che, nonostante il corposo rinnovo di Jamal Murray – 130 milioni fino al 2025- aveva ancora spazio salariale per provare qualche ingaggio di livello.

Nel reparto esterni è arrivato il rinnovo di Monte Morris, che si è ritagliato il suo angolo di paradiso come prima riserva della coppia di piccoli Murray-Harris, e l’ingaggio di Facundo Campazzo. Proveniente dal Real Madrid, anche Campazzo uscirà dalla panchina, col compito di far riposare tranquillamente il back-court titolare.

Alla prima esperienza NBA, nell’ultimo biennio l’argentino si è imposto come il migliore nel suo ruolo nel vecchio continente, ma la fisicità, soprattutto per quanto riguarda la statura – 18o cm per 88 kg – lascia qualche dubbio nel confronto coi colleghi NBA. Denver però ci crede parecchio, tanto che coach Malone lo ha definito uno dei migliori 5 pick-and-roller al mondo. Con un contratto da 7 milioni di dollari, di cui 4 non garantiti, nel caso il ventinovenne di Cordoba mantenga gli standard di Madrid, per Denver potrebbe rivelarsi un vero affare.

L’altro volto nuovo di casa Nuggets è l’esperta ala grande JaMychal Green, chiamato a sopperire alle partenze di Mason Plumlee e soprattutto Jerami Grant. La grande applicazione difensiva dell’ala ora ai Pistons, spesso impegnata in marcatura sui migliori giocatori avversari, mancherà molto e la sua dipartita non può che pesare nel giudizio complessivo sull’offseason dei Nuggets.

A Denver JaMychal Green andrà ad affiancare Paul Millsap, rinnovato dopo un robusto taglio dell’ingaggio. La franchigia ha voluto ripagare il veterano Millsap della fedeltà di questi anni e dell’esperienza trasmessa fino ad ora nel giovane roster del Colorado. La carta d’identità però inizia ad incidere in maniera evidente sulle prestazioni dell’ex Atlanta ed era necessario un rinforzo.

Per JaMychal Green sarà l’occasione per tornare quello dei Grizzlies. Nell’ultimo biennio, infatti, il giocatore non è riuscito a confermare quanto di buono mostrato a Memphis, dove si impose come uno dei migliori “gregari” della lega. Per lui un contratto biennale da 15 milioni, che può far storcere il naso se si considera l’ingaggio di Ibaka da parte dei Clippers alle stesse cifre. Quest’ultimo, forse, sarebbe risultato prezioso in difesa specialmente per Jokic, spesso criticato di non riuscire a contenere i centri avversari.

Ma la vera novità dei Denver Nuggets 2020-2021 potrebbe essere Michael Porter Jr. Il ventiduenne del Missouri ha già dimostrato il suo talento nella scorsa stagione, specie ai Playoff, quando è parso a tratti dominante. Quest’anno, con la possibile titolarità, l’ala potrebbe fare il definitivo salto di qualità trovando continuità di minutaggio ma anche maggiori responsabilità. Se coach Malone gli darà fiducia e lo farà partire in quintetto, l’uomo in più della stagione Nuggets potrebbe essere proprio lui.

In questo video c’è tanto di Porter Jr. Non solo un ottimo tiro dall’arco, ma anche una fisicità debordante in grado di portarlo a posterizzarre un lungo come Harrell. Salvo poi, nel passaggio successivo, perdere palla per un errore di ingenuità mista ad arroganza, con annessa reazione stizzita di Jokic. Il giocatore però era al suo primo anno in NBA e ha tutto il tempo per maturare e imporsi nell’élite.

Quella di Denver insomma sarà la stagione del consolidamento. La franchigia dovrà mantenere le aspettative che addetti ai lavori e tifosi hanno su di loro. Se le cose dovessero andare per il verso giusto, non è impensabile un ritorno alle finali di Conference, Clippers permettendo.  Tutto passerà dal processo di maturazione della coppia Murray-Jokic, in ottica anche di una possibile dinastia che i due potrebbero creare in quel del Colorado. Con l’astro nascente Porter Jr. pronto ad unirsi per un possibile futuro big-three.

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