JR Smith – ex Hornet, ex Nugget ed attuale enigmatico sesto uomo dei Knicks – è uno dei giocatori più affascinanti da seguire in NBA. Soprattutto perchè il suo talento è innegabile. Impossibile non simpatizzare per i ribelli, Smith è uno di loro.
Ma da ciò che scrive Jonathan Abramas possiamo apprendere che JR Smith è molto più di questo. Abrams è uno dei molti allenatori che lo hanno aiutato alle scuole superiori, dipinge un quadro non semplicissimo descrivendolo né buono né cattivo ma come una paersona complessa. Incompreso e fuorviante.
Possiamo portare da esempio il suo passaggio direttamente dall High School direttamente ai professionisti.
Il padre di Smith crede che Byron Scott non lo abbia aiutato a sufficenza, definendolo un buon amico prima di aggiungere: “Tu hai in roster un ragazzo che ha appena terminato l’High School e lo tratti come un adulto, ed è impossibile farlo”. E’ con gli uomini ed ha fatto qualcosa di sbagliato, hai bisogno di guidarlo con la mano e dirgli ‘No, non farlo’ oppure multarlo ogni volta che gira con la camicia di fuori. Bisogna coltivarlo. Come qualsiasi cosa”.
Randy Holmes, mentore di Smith sin dai giorni in cui studiava a Lakewood ( la sua high school in New jersey ), si trasferì con Smith a New Orleans, dove ha assistito alla realtà del gioco professionistico. “Per la prima volta nella sua carriera da giocatore non era trattato da uomo,” ha dichiarato Holmes. ” Gli allenatori credevano in lui. Byron Scott fa parte della ‘vecchia scuola’. O sei dentro o sei fuori. Puoi solo accomodarti in panchina e marcire su di essa se non fai quello che l’allenatore vuole che tu esegua.”
Smith ha poi avuto George Karl come allenatore, ed ora Mike Woodson. I rapporti si alternano sempre tra alti e bassi. Incompreso e fuorviante.
@m4tteolorenzo