Quasi un mese di NBA senza il Re. Sembra surreale, eppure è cosi. Fortuna che ci pensa un altro ex MVP a ricordarci quanto sia bello questo sport. Un recap agile nel nuovo appuntamento domenicale che vi accompagnerà in questa seconda parte di stagione, fino alla postseason. Corner Three, tre momenti top e altrettanti flop dagli ultimi sette giorni.
Top
La settimana (e non solo) super di Curry
Partiamo, ovviamente, da lui. Se avessimo potuto avremmo inserito Steph Curry in ognuna delle tre menzioni Top della settimana NBA, visto l’incredibile periodo che la stella degli Warriors sta vivendo. Dovendo limitarci a una, cerchiamo di mettere in ordine i numeri straordinari di cui stiamo parlando: nel solo mese di aprile, Steph Curry sta viaggiando ad una media di 43.4 punti a partita, culminati con l’exploit di questa notte contro i Celtics da 47. A tal proposito, le ben undici triple messe a referto al TD Garden hanno contribuito al maggior numero di tiri da tre mai realizzati in una serie di cinque partite consecutive, toccando quota 44. Inoltre, questa citata diventa la ventesima occasione nella storia della lega in cui Steph Curry finisce una gara con almeno dieci triple. Il secondo di questa classifica è il suo compagno di squadra Klay Thompson, fermo a cinque. Nessun altro ne ha mai fatte registrare più di tre. E in tutto questo, ad inizio settimana è diventato il miglior scorer della storia dei Golden State Warriors, superando i 17.783 punti di Wilt Chamberlain.
Numeri davvero surreali che ci fanno ricordare quanto speciale sia il due volte MVP che, a 33 anni, non ha minimamente intenzione di fermarsi.
Dei redivivi Boston Celtics stanno mescolando le carte della Eastern Conference. Dopo un inizio incoraggiante e una fragorosa caduta nella mediocrità, nelle ultime uscite la banda di Brad Stevens sembra finalmente aver trovato la quadra. Tre degli ultimi sei successi consecutivi dei biancoverdi sono maturati nell’ultima settimana, tra l’altro contro franchigie di un certo livello: Portland, Los Angeles sponda Lakers e Golden State le importanti vittime dei Celtics. Vittorie arrivate grazie a uno sforzo corale che molto ricorda le ultime stagioni in Massachussetts.
Oltre alle due stelle Jaylen Brown e Jayson Tatum, che in questa serie di vittorie stanno viaggiando a una media rispettivamente di 28.4 e 32.6 punti a partita, va infatti menzionato anche l’apporto che i vari Kemba Walker, Marcus Smart stanno fornendo alla causa Boston. Quel che basta per passare dalla lotta per il torneo Play-in al quarto posto a Est.
Luka Magic
Se a tempo perso avete voglia di guardare il profilo di Luka Doncic sul sito Basketball Reference, vi invitiamo a dare un’occhiata ai suoi soprannomi. Tra questi forse il più utilizzato, e il più adatto, è sicuramente Luka Magic. Nickname che tanto ci fa riflettere sull’enorme talento dello sloveno in maglia Mavericks.
Magica è finora la sua stagione a Dallas, condita da 28.4 punti, 7.9 rimbalzi e 8.8 assist a partita, così come è magico il tiro che ha chiuso la sfida di mercoledì scorso contro i Memphis Grizzlies, una diretta rivale per la postseason. Sotto di due con 1.8 secondi rimasti sul cronometro ed una difesa da manuale sulla rimessa, solamente un miracolo avrebbe potuto fare entrare quella tripla sbilenca, presa senza ritmo e senza equilibrio. O meglio, solamente una magia.