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Corner Three #1: Top e Flop della settimana

La notte di Halloween non ha tradito le aspettative, mentre il campo ci regala delle grandi sorprese.

Anthony davis lakers

Prima settimana piena in NBA e primo appuntamento con la rubrica settimanale di NBA Religion. Le partenze sprint di franchigie insospettabili meritano certamente menzione, così come alcune le meritano alcune giocate da mani nei capelli. Cerchiamo di mettere ordine. Corner Three, tre momenti top e altrettanti flop dagli ultimi sette giorni.

 

Top

Grandi sorprese

La storia insegna, dogma indiscutibile. E la lezione diventa ancor più valida se questa storia è abbastanza recente. Warriors, Hornets e Bulls devono allora aver studiato davvero bene in questo inizio di stagione ciò che altre due squadre sono riuscite ad ottenere l’anno scorso, quando sia gli Atlanta Hawks che i Phoenix Suns avevano raggiunto le rispettive finali di Conference dopo anni di dolorosa astinenza Playoff. I Suns, addirittura, si sono fermati solamente a due vittorie dall’anello.

L’inizio superlativo delle tre franchigie citate diventa quindi ancora più notevole se si pensa che nessuna di loro nella passata stagione 2020/21 ha colto il viaggio alla postseason. Partendo da Charlotte (5-2), la grande differenza la sta facendo l’impatto del duo Ball-Bridges: i due giovani hanno sconvolto l’intera lega con le loro giocate à la NBA Jam, oltre alla loro solidità in campo. 18.7 punti a partita per il primo, addirittura 24.6 per il secondo, che raddoppia in questa categoria rispetto alla sua passata annata. Per Miles Bridges soprattutto, questa esplosione è tanto sorprendente quanto importante per il futuro dei suoi Hornets.

Golden State (5-1) è tornata a fare Golden State, tornando tanto ad assomigliare a quella squadra che solo pochi anni fa stava per trasformarsi nella squadra più vincente della NBA. A questi ritrovati Steph Curry e Draymond Green manca solo un pezzo, quel Klay Thompson che tornerà in campo dall’infortunio al legamento collaterale anteriore con l’inizio dell’anno nuovo. E se già ora fanno paura, figuriamoci dopo.

Ultima menzione in questa manciata di ritorni in auge per i Chicago Bulls (5-1), che non tradiscono le grandi aspettative figlie della campagna acquisti estiva. Lonzo Ball, DeMar DeRozan e Alex Caruso su tutti sembrano già ben amalgamati al resto del team mentre l’infortunio di Patrick Williams è l’unica pessima notizia di un inizio stagionale davvero sorprendente.

 

Ja Morant

A proposito di inizi col botto. Entra di diritto nella categoria “sono solo due settimane di NBA, ma…” Ja Morant che, ad oggi, è il miglior scorer della lega e, perché no, front runner per il titolo di MVP. L’impatto della giovane guardia sulla stagione è stato davvero notevole, così come sono notevoli i suoi miglioramenti: 37 punti all’esordio contro i Cavs, seguiti dai 40 messi a segno allo Staples dei Lakers ed ai 30 con i quali ha condannato gli Warriors alla loro unica sconfitta di questa acerba annata.

Forse il miglioramento più marcato di questo Morant risiede nel controllo del suo stesso ritmo, che molte volte le scorse stagioni è stato frenetico e convulso. Al suo terzo anno nella lega, Ja sembra aver trovato la giusta andatura al suo gioco. Fatto sempre di accelerazioni super ed esplosività al ferro, certo, ma anche guidato da un controllo ed una sicurezza che prima non aveva nel suo arsenale.

https://twitter.com/memgrizz/status/1454605243568771075

28.7 punti, 5.2 rimbalzi e 7.7 assist a partita per Ja Morant. E chissà se in quel di New Orleans sono ancora sicuri di quella prima scelta caduta poi su Zion Williamson.

 

NBA Halloween 

Nel caso non si fosse ancora capito, l’NBA è la lega sportiva più spettacolare di sempre. Dentro e fuori dal campo.

E mentre sul parquet ci si battaglia per un piazzamento Playoff, per sviluppare i talenti del proprio roster o per confermare di essere i più forti del mondo, fuori invece è show vero con i tipici travestimenti per la notte delle streghe.

LeBron Kruger, Westbrook in versione Chucky la bambola assassina e poi Dame e famiglia vestiti da Flinstones. Inutile dire che negli States, Halloween è una festività poco seria che bisogna festeggiare in modo serissimo. Così com’è inutile scervellarsi sul migliore costume: Robin Lopez non tradisce le aspettative.

Siete d’accordo? Fateci sapere.

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