Vincere il titolo NCAA nel proprio senior year spazzando via il ricordo di almeno due eliminazioni premature al secondo turno (2019, 2021) ha un sapore speciale. Riuscire però a farlo da miglior giocatore della Final Four rappresenta la metaforica ciliegina sulla torta che forse nemmeno Ochai Agbaji si aspettava di inserire a completamento del percorso collegiale. David McCormack, in doppia doppia nell’atto conclusivo del torneo contro North Carolina, sarebbe stato un altro autorevole candidato, ma in questa sede risparmiamo superficiali discussioni nel merito dell’assegnazione Most Outstanding Player Award dopo la tre giorni di New Orleans.
È indubbio che le quotazioni di Agbaji in ottica Draft abbiano tratto vantaggio dalla follia marzolina. Nulla di cui stupirsi, a onor del vero, anche perché sui taccuini degli scout NBA figura il suo nome e le istantanee della festa Jayhawks hanno una rilevanza piuttosto marginale. Già dichiaratosi eleggibile dopo l’annata junior, il ragazzo aveva partecipato alla Combine strappando anche la possibilità di un allenamento personalizzato con Damian Lillard grazie a Phil Beckner, il preparatore incaricato di seguirlo durante la fase pre-Draft. A Kansas in quest’ultimo anno si è affermato come Big 12 Player of The Year e Consensus First- Team All-American.
Punti forti e punti deboli
La pioggia di triple che ha travolto Vilanova nella semifinale nazionale 2022 non è stata certo episodica. Nell’ultimo biennio al college Ochai Agbaji ha fatto un passo in avanti notevole consolidando, grazie a percentuali sempre più costanti, la propria pericolosità perimetrale. Il tutto a fronte di un volume di tiri in aumento, in linea con le crescenti responsabilità offensive. Da tre arriva il 45.8 percento delle conclusioni tentate in stagione [dati hoop-math].
Interesting play here. Usually this is a fake ball screen from Dave to pull the defense away (WVU's 10 prevents an Agbaji layup by helping). But when Dave actually sets the screen and rolls, WVU's bottom defender in no-win spot. He stays with Dave to stop lob, which allows Och 3. pic.twitter.com/XQhR2DeJgf
Tale caratteristica completa un profilo di gioco ormai maturo con la palla in mano ma soprattutto off-the-ball. L’efficacia in ricezione catch and shoot e sugli scarichi è conclamata [1.27 punti per possesso, 94° percentile secondo Synergy Sports). A ciò si aggiunge la sempre maggiore sicurezza mostrata nel mettere palla per terra attaccando i closeout difensivi avversari, variabile oltremodo preziosa per un tiratore che non voglia limitarsi al ruolo di specialista oltre l’arco.
Ochai Agbaji starts off 4-4 from 3 and then is able to attack the closeout and dump it off to McCormack for the assist pic.twitter.com/zag2wWWe2E
Rapidità orizzontale e atletismo consentono ad Agbaji di sprintare occupando bene il campo in transizione. Nell’altra metà campo le medesime qualità risaltano in situazioni di accoppiamento difensivo, anche single coverage, dove si destreggia con buona padronanza. Merita una menzione particolare il dato, pur grezzo, dei punti concessi in isolamento [0.63 per possesso]. Meno presente e sul pezzo lontano dalla palla, ha comunque un discreto upside da difensore in aiuto.
Good on-ball defense from Agbaji here. Denies Tyty's drive baseline and then while Tyty gets a step on him; he still gets a decent contest on the recovery. pic.twitter.com/n2XG4ZZufg
Kansas is awesome. Agbaji w/ the great team defense (have been impressed w/ him defensively today), and Dotson w/ the playmaking out of the PnR. pic.twitter.com/j9jYHue5HQ
Stante che l’85.6% delle conclusioni risulta assistito, il fatto che il tiro da tre sia un elemento così preponderante del suo gioco desta qualche perplessità sulle capacità di shot creation del giocatore in uscita da Kansas, per sé e gli altri. Il ball handling può migliorare e Agbaji ne trarrebbe sicuro giovamento sotto ogni aspetto. In penetrazione, ad esempio, potrebbe sfruttare le buone percentuali al ferro per caricare eventualmente di falli la difesa avversaria.
Upside
A precisa domanda sul termine di paragone per lo sviluppo futuro del suo gioco Ochai Agbaji ha fatto un nome intrigante: Desmond Bane. Riconosciuto da Ja Morant quale ‘vero’ Most Improved Player della stagione NBA 2021-2022, il jolly dei Grizzlies ha fatto rimpiangere a tante squadre di averlo lasciato scivolare in chiusura di primo giro del Draft NBA 2020. Il ruolo già definito di 3&D calza a pennello e a maggior ragione per un senior è la garanzia di un futuro solido tra i professionisti. A inizio aprile Mike Schmitz, ancora per poco Draft scout a ESPN prima del passaggio ai Portland Trail Blazers, aveva ipotizzato per lui un impiego oltre i 25′ di media. La solidità si fa notare, dunque.
Draft Projection
Visto quanto è stato inseguito in queste settimane, lo dimostrano i provini con Hornets, Thunder, Bulls, Wizards, Knicks e Hawks, si profila una scelta a ridosso della Lottery e difficilmente oltre la 20ª chiamata. La difficoltà, semmai, sta proprio nel collocarlo in un contesto preciso: il suo profilo può integrarsi bene in molteplici roster.