Con la season opener di mercoledì in rapido avvicinamento, sono ancora parecchie le domande che si addensano attorno alla stagione dei New York Knicks; la più grande di queste però riguarda il nostro connazionale Andrea Bargnani, approdato quest’estate nella Grande Mela, e il suo ruolo all’interno della squadra. A New York infatti si chiedono già se davvero Bargnani possa essere una seconda opzione offensiva nel quintetto titolare dei Knicks (ruolo per il quale la franchigia della “Big Apple” aveva pensato per lui quando lo ha tradato dai Toronto Raptors) alla luce di 7 partite di preseason certo non brillanti per il giocatore italiano (fermo restando che la preseason è sempre da prendere con le pinze quanto a valutazioni sul rendimento!) .
“Stiamo lavorando insieme. Sta cominciando a muovere i suoi primi passi qui e ad adattarsi a New York. Sta cercando di adattarsi al nostro sistema e noi di adattarci a lui.”
Queste le parole di Carmelo Anthony, stella della franchigia newyorkese che ha in questo modo cercato di mettere in luce tutta la fiducia che lo spogliatoio dei Knicks nutre per Bargnani. Fatto sta però che il no.77 di New York ha faticato più di quanto si potesse pensare in queste 7 partite, e dati come il 38% complessivo dal campo (24/63 il totale dei tiri realizzati dall’italiano), sbagliando 12 dei 15 tiri dall’arco tentati, potrebbero suscitare qualche motivo di preoccupazione in più nello staff tecnico dei Knicks.
Non la pensa così coach Mike Woodson, il quale si è accodato a Anthony nel giustificare il proprio lungo:
“Sta ancora conoscendo i suoi compagni. Abbiamo tante nuove facce questa stagione, ma dobbiamo ancora lavorare sulla chimica.”
Woodson vorrebbe iniziare la stagione con una lineup che veda Bargnani in quintetto come 4 e Melo da ala piccola; ma il coach ha chiaramente detto che laddove questo quintetto non funzionasse non esiterebbe a rimescolare le carte, spostando Bargnani nella second unit e inserendo Metta World Peace come starter.
“Farò degli esperimenti, ho parecchie opzioni quest’anno”– ha dichiarato ancora Woodson – “Posso giocare lo smallball con Melo da 4 contro squadre con pochi centimetri, e mettere dentro Bargnani contro squadre con più centimetri. La questione non è partire in quintetto, è quello che fai nei minuti in cui giochi. Questo è il messaggio che voglio fare arrivare ai membri della mia squadra. Se vogliono giocare devono essere produttivi quando sono in campo.”
Va ricordato che Bargnani è ancora alle prese con qualche piccolo acciacco che ne ne condiziona in parte il rendimento: tra questi anche la polmonite che gli ha impedito di partecipare con la nazionale italiana a Eurobasket 2013, e che lo ha fatto arrivare fuori condizione al training camp. A questo proposito, Bargnani ha dichiarato:
“Devo ancora migliorare naturalmente. Sono stato 30 giorni senza poter fare niente, non mi era mai capitato.”
Ancora una volta ai tifosi dei Knicks toccherà aspettare per capire se questa squadra ha le capacità e il talento di arrivare fino in fondo e se davvero Bargnani, grande acquisto dell’offseason newyorkese, possa essere l’uomo giusto per dare a New York quel qualcosa in più tale da trasformare i Knicks in una squadra che possa almeno disputare le finali di Conference. E anche se per adesso le aspettative sull’italiano siano state dallo stesso un po’ disattese, non c’è dubbio che Andrea abbia ancora qualche asso nella manica da giocarsi per dimostrare di essere il grande campione che negli U.S.A. ancora tutti aspettano.