A pochi giorni di distanza dalla cocente eliminazione arrivata in Gara 6 delle Western Conference Semifinals per mano dei Los Angeles Lakers, Steve Kerr torna a parlare della stagione dei suoi Golden State Warriors soffermandosi in particolare sull’alterco che ha visto protagonisti Draymond Green e Jordan Poole durante il training camp.
Dopo un acceso scontro verbale tra i due Green si è avvicinato con fare minaccioso al compagno di squadra colpendolo al volto con un pugno feroce.
Secondo l’head coach degli Warriors il caso Green-Poole ha avuto un grande peso sulla stagione dei californiani:
“Non ci si può nascondere, quell’incidente ha giocato un ruolo su come sono andate a finire le cose. È difficile che una cosa del genere non impatti sulla squadra”.
Kerr continua:
“Se si perde un po’ di fiducia il percorso diventa più difficile, e bisogna ammettere che c’è stata una perdita di fiducia. Ora dobbiamo tornare a quello che ci ha reso davvero una squadra di successo: un ambiente in cui ognuno fa affidamento sull’altro e in cui ci si migliora a vicenda”.
Steve Kerr: “Se Green non resta, non siamo una squadra da titolo”
Nonostante il gesto di Draymond Green sia pesato molto sulla stagione dei campioni NBA in carica, secondo Steve Kerr il suo ruolo all’interno del sistema Warriors e dello spogliatoio dei Dubs resta più che fondamentale:
“Se Draymond non resta non siamo una squadra che può lottare per il titolo, lo sappiamo. Lui è troppo importante per vincere e per essere chi siamo. Voglio assolutamente che resti”.
Vedremo come decideranno di muoversi in questa offseason i Golden State Warriors e se Draymond Green deciderà di accettare la player option da 27.6 milioni per il 2023-2024.
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