Una spigliatezza e un’ironia che poche volte aveva mostrato. Tony Parker celebra la sua introduzione nella Naismith Hall of Fame al fianco di Tim Duncan e Manu Ginobili. E inizia scusandosi con la platea di aver portato troppe persone francesi alla cerimonia.
Per me Tim Duncan è la migliore ala grande della storia. Ma c’è di più. Non si lamentava mai, non chiedeva mai la palla. Semplicemente mi guardava. E quando sei un diciannovenne francese e Tim Duncan ti guarda… Una volta durante un timeout sono andato da Popovich e gli ho detto “Dobbiamo giocare su Tim, mi ha appena guardato in quel modo. Se vuoi una point guard domani in squadra, mi chiami la giocata giusta”. Per me lui è speciale. Anche se per tutto il primo anno non mi ha rivolto parola. Non sopporta i francesi”.
Poi Parker si è soffermato sull’origine del sogno NBA e sulla famiglia.
Volevo diventare la prima guardia europea ad arrivare nella lega. in Francia mi dicevano che ero troppo piccolo, che non ce l’avrei mai fatta. Ma alla fine ora sono io che sto ridendo. Sono figlio di un americano di Chicago e di una olandese, sono nato in Belgio e cresciuto in Francia. Credo di aver assorbito il meglio dai due mondi. Grazie anche ai miei due fratelli. E ai miei due figli, avete un cuore enorme. Non vedo l’ora di vedere cosa farete delle vostre vite”.
Parker continua a raccontare aneddoti. Dall’amico che lascia in Francia la moglie in cinta di otto mesi per vedere Gara 7 delle Finals 2005. Fino alla rivalità con Wade, contro cui ha giocato due finali NBA e contro cui ha dovuto lottare pure dentro casa. Ha infatti raccontato che The Flash è il giocatore preferito del fratello piccolo.
Poi è il momento dei ringraziamenti agli Charlotte Hornets, a Micheal Jordan (idolo di Parker, ovviamente). Ma soprattutto ai San Antonio Spurs. Il CEO RC Buford, che convinse Popovich a concedere al giovane Parker un secondo workout dopo che il francese aveva fallito miseramente il primo. I compagni di squadra David Robinson, Patty Mills, George Hill, Micheal Finley e molti altri ancora. Per poi arrivare al piatto forte, Gregg Popovich.
“Sei incredibile. Potrei dire molte cose su come mi insultavi, mi urlavi dietro ma ci sono i miei figli presenti. Mi hai annunciato che sarei partito titolare alla quinta partita della mia carriera, e io ti ho risposto: “Davvero? Hai parlato con Tim Duncan?”. Sei sempre stato un secondo papà per me. Sono grato per tutto ciò che hai fatto per me e per la mia famiglia.”