A queste cose, con Draymond Green, purtroppo non siamo nuovi. Nella partita dell’in-season tournament di stanotte, vinta in volata dai Minnesota Timberwolves sui Golden State Warriors, Draymond è stato espulso dopo solo due minuti. Insieme a lui anche Jaden McDaniels e Klay Thompson dopo un tafferuglio scoppiato tra questi ultimi.
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La rissa è scaturita da Thompson e McDaniels, che hanno iniziato a tirarsi e spintonarsi in transizione. Il centro dei Wolves Rudy Gobert si avvicina al gruppetto di giocatori e sembra voler agire come semplice paciere. Viene però afferrato violentemente al collo da Green, che lo trascina via per circa dieci secondi nonostante i tentativi della panchina (compreso il coach Steve Kerr) di calmarlo. Thompson e McDaniels hanno ricevuto un doppio tecnico, mentre Green è stato sanzionato con un fallo flagrant two per “condotta non necessaria ed eccessiva”. Tutte espulsioni automatiche. E il punteggio era ancora di 0-0.
I rischi per Green e la storia con Gobert
Ma che l’azione di Green sia di enorme gravità lo si può facilmente dedurre dalle stesse immagini. Soprattutto data la fedina penale non certo pulita per il numero 23 dei Warriors, che potrebbe rischiare una lunga sospensione. Si tratta, infatti, della 18esima espulsione della carriera di Green, un record tra i giocatori NBA in attività. In conferenza stampa, l’allenatore dei Warriors Steve Kerr ha difeso il suo giocatore sostenendo che Gobert avesse le mani sul collo di Thompson, cosa che ha provocato la risposta di Green.
La risposta di Gobert non si è fatta attendere. Secondo il francese, era solo questione di tempo prima che Green commettesse un fallo del genere perché odia giocare senza Steph Curry.
In più, tra Green e Gobert ci sono dei trascorsi ben noti. All’inizio della scorsa stagione, Rudy lo ha punzecchiato in modo non troppo velato dopo che quest’ultimo aveva dato un pugno in allenamento all’allora compagno di squadra Jordan Poole, scrivendo “L’insicurezza è sempre rumorosa”. Il giocatore dei Warriors se ne è ricordato sei mesi dopo, quando è stato Gobert a colpire un compagno di squadra con un pugno.
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