E questi qua chi li ferma più. Una stagione iniziata sull’onda di un entusiasmo incredibile. Un In Season Tournament interpretato magistralmente, rifilando sconfitte a corazzate del calibro di Philadelphia e Boston. E ora a cadere sotto l’inevitabile spada degli Indiana Pacers tocca anche ai Milwaukee Bucks, nel palcoscenico della T-Mobile Arena di Las Vegas. Un 128-119 che riassume una partita molto divertente, giocata a ritmo alto e con le difese alquanto opzionali. Come d’altronde ci siamo abituati a vedere quest’anno in qualunque partita giochino l’una e l’altra squadra.
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A trascinare Indiana alla prima finale di NBA Cup il solito Tyrese Haliburton. Reduce dalla prima tripla doppia in carriera – proprio nei quarti di finale contro Boston – l’ex Kings non ha dato segni di stanchezza. Tutt’altro: 27 punti (11/19 dal campo), 15 assist, 7 rimbalzi e 0 palle perse. E l’impressione, confermata notte dopo notte, che ci stia sbocciando davanti agli occhi una superstar. Nelle ultime due gare, 28 assist e 0 turnover.
I Pacers hanno preso subito il controllo della partita arrivando all’intervallo lungo con 12 punti di vantaggio, nonostante i 20 punti di Antetokounmpo. Damian Lillard è stato limitato a 4 punti, mentre Myles Turner ha realizzato 16 dei suoi 26 punti proprio nei primi due quarti. A inizio di terza frazione, è arrivata la reazione rabbiosa di Milwaukee: parzialone di 27-9, 43 punti nel quarto e fuga prenotata.
Indiana, però, stringe i denti e reagisce. E verso la fine, lo schema è semplice: palla ad Haliburton. Layup dopo un rimbalzo offensivo, poi tripla. Non bastano i 37 punti e 10 rimbalzi di Giannis. Hali la chiude così. Da vero fenomeno, e con l’inconfondibile segno dell’orologio al polso. Quel segno, Dame Time, che finora era stato solo del suo inventore Lillard.
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Al termine della partita, Haliburton ha commentato così la prestazione.
“È il nostro momento. Finché giochiamo nel modo giusto, sappiamo che ce la giocheremo sempre. Questo è solo l’inizio. Abbiamo la possibilità di vincere un campionato e non la prendiamo alla leggera”.
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