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Phoenix Suns, una ex dipendente chiede 60 milioni di danni per discriminazione

La squadra ha rifiutato ogni accusa

phoenix suns

Nel settembre 2022 l’allora proprietario dei Phoenix Suns, Robert Sarver, fu punito dalla NBA con la sospensione per un anno e una multa da 10 milioni di dollari. Il motivo? Quasi 18 anni di atteggiamenti razzisti e misogini durante la sua reggenza da proprietario dei Suns e delle Mercury di WNBA. Una settimana dopo la sospensione, i Phoenix Suns assunsero una responsabile del programma per la diversità, l’equità e l’inclusione per aiutare a cambiare la cultura aziendale.

Proprio quella dipendente, Andrea Trischan, ha presentato una denuncia chiedendo 60 milioni di dollari di danni per… «discriminazione e licenziamento illegittimo». A riportarlo è Baxter Holmes di ESPN. Secondo l’avvocato della donna:

“La signora Trischan ha presentato una denuncia formale a causa delle continue discriminazioni razziali, delle molestie e delle ritorsioni subite durante il suo impiego presso i Phoenix Suns. In particolare, la signora Trischan ha subito commenti apertamente razzisti e un ambiente di lavoro ostile che non sono stati affrontati nonostante le segnalazioni alle risorse umane e alla dirigenza”.

I Suns e i Mercury hanno fortemente negato le accuse. Stacey Mitch, vicepresidente senior della comunicazione di Suns e Mercury, ha dichiarato:

“Un’ex dipendente che ha lavorato per l’organizzazione per l’ultima volta nel 2023 è stata licenziata dopo meno di 10 mesi a causa di ripetute mancanze nello svolgimento delle sue mansioni lavorative. L’accusa è priva di fondamento, ma ora quella persona sta facendo affermazioni assurde al fine di sostenere la sua ridicola richiesta di 60 milioni di dollari”.

Trischan racconta di essere stata impedita nel suo lavoro e di essere stata molestata quando cercava di farlo. Ad esempio, quando si è resa conto che alcuni dei dirigenti accusati di cattiva condotta erano stati nominati nel nuovo consiglio per la diversità del club, ha iniziato a indagare su di loro. Il suo superiore – Kim Corbitt, responsabile delle risorse umane – le avrebbe però intimato di smettere di indagare sugli uomini.

La denuncia è stata presentata alla U.S. Equal Employment Opportunity Commission e alla divisione per i diritti civili dell’ufficio del procuratore generale dell’Arizona, che indagherà.

 

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