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Steve Blake ai box per una commozione cerebrale

Il neo playmaker dei Detroit Pistons out per una contusione alla testa rimediata in allenamento: gli esami tuttavia hanno escluso problematiche più serie

Steve Blake non inizia nel migliore dei modi la sua nuova avventura in quel di Detroit: l’ex playmaker dei Portland Trail Blazers ha infatti subito una commozione cerebrale a causa di un colpo fortuito subito da un compagno nel corso di un allenamento nei giorni scorsi. Lo ha riportato Keith Langlois sul sito ufficiale dei Pistons.

Blake è stato vittima di un forte scontro durante un 5 vs 5 in una sessione d’allenamento del training camp in corso di svolgimento agli ordini di coach Stan Van Gundy. Il nativo di Hollywood, Florida, è stato subito soccorso dallo staff medico dei Pistons ed è stato in seguito portato in ospedale per sottoporsi a tutti gli accertamenti del caso, accertamenti che per fortuna non hanno riscontrato nulla di grave.

Blake ora dovrà rimanere a riposo per qualche settimana come prevede il protocollo NBA riguardo ai casi di concussion su cui la Lega ha improntato negli ultimi anni una politica di severità e rigore nei controlli prima di dare il via libera al rientro all’attività agonistica. Infatti non basta solo il parere positivo dello staff medico della franchigia per poter tornare almeno ad allenarsi, serve anche l’autorizzazione definitiva da parte di un neurologo incaricato dalla NBA a verificarne l’effettiva guarigione al 100% per evitare eventuali problematiche successive.

Blake è giunto in estate in Michigan dopo essere stato sballottato prima da Portland a Brooklyn nell’ambito della trade che ha portato Mason Plumlee in Oregon, ed in seguito i Nets lo hanno spedito a Detroit dove vestirà l’ottava maglia della sua carriera nella Lega dopo quelle di Washington Wizards, Milwaukee Bucks, Denver Nuggets, le due di Los Angeles, Golden State Warriors ed appunto i Trail Blazers.

Nell’ultima stagione Blake ha messo insieme 19 minuti di impiego in media a partita uscendo dalla panchina come backup di Damian Lillard. Nell’annata alle porte la sua esperienza da veterano – sono ormai 35 le primavere – potrà aiutare nella crescita che ancora devono completare due talenti molto discontinui come Reggie Jackson e Brandon Jennings a raggiungere la consacrazione cestistica.

 

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