15 Maggio 2015. Verizon Center, Washington. I padroni di casa ospitano gli Atlanta Hawks per gara-6 delle semifinali della Eastern Conference, con i ragazzi di Budenholzer avanti 3-2 nella serie. Mancano 6.4 secondi e gli Hawks conducono 91-94. In uscita dal time-out, Wall si occupa della rimessa servendo Paul Pierce, che dopo una finta trova una clamorosa tripla fuori equilibrio. Sembra tutto perfetto, il pubblico esplode di gioia, ma – dopo aver consultato l’instant replay – gli arbitri si accorgono che la palla ha lasciato le mani del #34 con un decimo di secondo di ritardo rispetto alla sirena: partita finita e vittoria Atlanta, Wizards eliminati.
Ecco, per la stagione 2015/2016 Washington riparte proprio da quella serata. Il processo di maturazione della formazione capitolina, sebbene sia a buon punto, non è ancora terminato; ad ora, questa sembra poter essere un’altra annata che porterà i Wizards comodamente ai playoff, con un secondo turno ampiamente alla portata, ma con poche possibilità di proseguire oltre, proprio come nelle ultime due stagioni. Nel 2014-2015 i Wizards hanno chiuso la stagione regolare con 46 vittorie e 36 sconfitte (5° posto nella Eastern Conference), superando con un netto 4-0 i Raptors al primo turno playoff e uscendo di scena contro gli Hawks. Difficile immaginare una situazione tanto diversa di qui a maggio.
L’obiettivo della società sembra essere chiaro, cristallino: formare al meglio un solido gruppo di giovani, nella speranza di riuscire ad accaparrarsi in offseason un free agent in grado di cambiare le sorti della franchigia. E quel free agent, inutile negarlo, risponde al nome di Kevin Durant – a cui scade il contratto la prossima estate – e che, essendo nato proprio nella capitale degli Stati Uniti, potrebbe decidere di tornare a casa.
IL MERCATO
IN: Alan Anderson, Jared Dudley, Gary Neal, Kelly Oubre Jr.
OUT: Rasual Butler, Will Bynum, Paul Pierce, Kevin Seraphin.
Come detto, il mercato dei Wizards non è stato particolarmente rivoluzionario. Le partenze rilevanti sono state essenzialmente due: quella di Paul Pierce, il cui contributo nell’ultima post-season è stato cruciale, e quella di Kevin Seraphin, che spesso si è rivelato utile dalla panchina portando punti ed energia. Hanno lasciato la capitale anche Rasual Butler, tiratore mortifero che spesso ha dato una mano lo scorso anno, e Will Bynum, visto più in panchina che sul parquet durante la regular season. I giocatori che sono arrivati hanno caratteristiche simili ai partenti: l’esperienza di Pierce è chiaramente inarrivabile, ma Jared Dudley e Gary Neal hanno giocato in contesti competitivi e possono aiutare sia in campo che all’interno dello spogliatoio. Alan Anderson ha ottime caratteristiche offensive, ma non è ancora chiaro quanto spazio potrà trovare, mentre aleggia una discreta curiosità sul rookie Kelly Oubre Jr, che prima del Draft vi avevamo presentato così e di cui parleremo più avanti.
STARTING FIVE
PANCHINA
PAYROLL
IL COACH
Arrivato nella capitale in un momento tutt’altro che felice per i Wizards, nel giro di tre anni Randy Wittman è riuscito a dare un’identità a questa squadra, favorendo la crescita e lo sviluppo dei tanti giovani (Wall e Beal su tutti, ma nella scorsa stagione si sono viste ottime cose anche da Otto Porter). Chiaramente non stiamo parlando di Gregg Popovich, ma il coach (ex Cleveland e Minnesota) nelle ultime due annate ha lavorato bene ed è chiamato a continuare il trend positivo anche durante questa stagione, stagione in cui dovrà cercare di far compiere l’ultimo step ai suoi ragazzi perché possano competere con qualsiasi team nella Lega.
GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO
Inutile girarci intorno, a livello offensivo le sorti dei Wizards passeranno dalle sapienti mani di John Wall, che nell’ultima stagione ha dimostrato di essere diventato un giocatore completo (tanto da meritarsi la convocazione nel quintetto titolare all’All Star Game). Visione di gioco e abilità straordinarie di passatore non sono mai mancate, ma Wall ha dato prova di essere migliorato soprattutto nelle letture offensive e nell’affidabilità del jumper dalla media distanza – vero e proprio tallone d’Achille nelle sue prime annate in NBA -. Se riuscirà a confermarsi su questi livelli, aiutato anche da un Beal che diventa giorno dopo giorno un attaccante sempre più completo, Washington potrà disporre di un’ottima potenzialità offensiva.
GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA
Anche qui la risposta è abbastanza scontata, considerando l’altro giocatore fondamentale di questa squadra: stiamo ovviamente parlando di Bradley Beal, difensore dalle ottime capacità sia in uno contro uno che a livello di difesa di squadra. Sarà lui il collante di una formazione che spesso, negli ultimi anni, ha fatto della fase difensiva uno dei suoi punti di forza; Beal sarà aiutato anche da Otto Porter, giocatore che – in virtù dell’addio di Pierce – sarà destinato a trovare molto più spazio e darà una grossa mano al #3, essendo anch’egli un buonissimo difensore soprattutto sugli esterni.
RIVELAZIONE DELL’ANNO
Dopo una stagione in cui ha avuto la possibilità di avere un mentore del calibro di Paul Pierce, Otto Porter sembra definitivamente pronto per il salto di qualità. Parecchie cose buone le ha già fatte vedere lo scorso anno, soprattutto ai playoff, dove ha clamorosamente innalzato il proprio livello di gioco passando dai 6 punti e 3 rimbalzi di media delle prime 82 gare ai 10 punti e 8 rimbalzi messi insieme a ogni allacciata di scarpe della post-season. Miglioramenti notevoli per un giocatore che, dopo essere stato selezionato con la terza scelta assoluta al Draft 2013, sembra pronto per esplodere definitivamente, aiutato anche dalla possibilità di partire in quintetto in virtù della dipartita di Pierce.
MIGLIOR INNESTO
Non è stato facile scegliere il miglior “acquisto” della stagione dei Washington Wizards. In ballottaggio, fino all’ultimo, ci sono stati Kelly Oubre Jr. e Jared Dudley. Alla fine l’ha spuntata il primo, con il secondo che si è “aggiudicato” il titolo di Miglior Comprimario di cui tratteremo qualche riga più in basso. Del prodotto di Kansas avevamo parlato ampiamente prima del Draft: ala piccola molto dotata fisicamente, discreto attaccante e buon difensore. Si è già messo in mostra nella Summer League (per quel che può valere), ma dà l’impressione di potersi ritagliare uno spazio importante nella second unit durante la regular season. Considerando il mercato “povero ma oculato” dei Wizards, la sua aggiunta potrebbe rivelarsi azzeccata per la franchigia capitolina.
MIGLIOR COMPRIMARIO
Parlare di miglior innesto per Jared Dudley ci sembrava eccessivo, ma, a ben guardare, la definizione di Miglior Comprimario gli calza a pennello: in grado di coprire più ruoli, potrebbe risultare un valore aggiunto in uscita dalla panchina e in alcuni momenti caldi della partita. Occorre ricordare che i momenti migliori li ha vissuti ai Phoenix Suns di Steve Nash; avere al suo fianco un playmaker puro come John Wall potrebbe giovare non poco a un tiratore che, se messo in ritmo, può dire la sua all’interno di qualsiasi contesto.
PUNTI DI FORZA
Considerando che l’allenatore e il 90% dei giocatori sono rimasti gli stessi dello scorso anno, è probabile che non cambi nemmeno uno dei punti cardine di questa squadra: la difesa. Nell’ultima stagione, infatti, Washington è stata la seconda formazione (dietro agli inarrivabili Golden State Warriors) per percentuale dal campo concessa agli avversari (43,3%) e la quinta per punti concessi ogni 100 possessi (100 esatti). La crescita di un giocatore come Porter e l’aggiunta di un potenziale ottimo difensore come Oubre Jr., inoltre, sembrano poter migliorare ulteriormente la fase difensiva della truppa guidata da Wittman, che potrebbe trovare ottimi riscontri dai suoi ragazzi nella propria metà campo.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Guardando il roster dei Washington Wizards 2015/2016, l’impressione è che in alcuni momenti della stagione la coperta potrebbe essere corta. Con l’addio di Seraphin, non ci sono vere alternative a Gortat (Blair sembra il maggior indiziato a sostituire il francese, ma non è un centro puro); l’unico lungo davvero capace di aprire il campo è Drew Gooden – autore di alcune belle prestazioni negli ultimi playoff, ma molto discontinuo – e la squadra sembra dipendere interamente dalle prestazioni di Beal e, soprattutto, Wall. Ovviamente si tratta delle due stelle di questa formazione; un improvviso calo di uno dei due, o un infortunio, potrebbe minare la stagione dei Wizards. Inoltre lo scorso anno l’attacco ha spesso vissuto preoccupanti black-out – da cui l’esperienza di Pierce aiutava a uscire – ma ora, senza il #34, sarà più complicato far fronte a questi momenti; ai playoff mancherà come il pane un giocatore come The Truth.
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
I Wizards giocano bene in attacco, difendono con la solita intensità e, trascinati dallo straordinario duo Wall-Beal, ottengono vittorie su vittorie. Porter si rivela un giocatore completo, Nenè e Gortat fanno il bello e il cattivo tempo sotto i tabelloni e le aggiunte di Dudley, Neal e Oubre Jr. si rivelano azzeccate. A fine stagione il record recita 53-29 e vale il secondo posto nella Eastern Conference. Durante i playoff i ragazzi di Wittman non si sciolgono e arrivano addirittura alle finali di Conference, dove vengono sconfitti al termine di una serie bella e combattuta.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
All’interno dello spogliatoio la dipartita di Pierce si fa sentire, Wall non riesce a confermarsi il giocatore che aveva fatto vedere di essere lo scorso anno, mentre Beal e Nenè passano più tempo in infermeria che in campo. La squadra si disunisce, Porter non rende come ci si aspettava (spostato nel quintetto titolare), mentre Dudley e Oubre Jr. non giocano praticamente mai. La stagione si conclude con un record negativo, 39-43, che vale l’ottavo posto nella Eastern Conference: al primo turno playoff un secco 4-0 mette la parola fine alla stagione dei Wizards.
SCENARIO REALISTICO
Con ogni probabilità la stagione 2015/2016 dei Washington Wizards sarà molto simile a quella 2014/2015: una squadra che difende bene, gioca con intensità e in attacco sfrutta al meglio le potenzialità della coppia Wall-Beal. Il record si potrebbe aggirare intorno alle 46-47 vittorie, con quarto posto nella Eastern Conference, secondo turno ai playoff accessibile e poche chances di arrivare alle finali di Conference.
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