Dopo una stagione da 21 vittorie e 61 sconfitte, quinto posto nella Pacific Division e Playoffs lontani quanto l’isola che non c’è, i Lakers sono chiamati quantomeno a tirare fuori gli “attributi” e una reazione d’orgoglio, battendo un colpo in vista della free-agency piuttosto calda dell’estate 2016.
La squadra ha subìto parecchi cambiamenti rispetto all’annata scorsa: Kobe è tornato da un lungo infortunio, così come Randle, il draft ha portato in dono D’Angelo Russell e il mercato ha regalato a Byron Scott pedine importanti come Hibbert, Williams e Bass. Tutto considerato, pertanto, la stagione dei Lakers risulta di difficile lettura, in virtù della mancanza di veri e propri riscontri.
IL MERCATO
Dopo il disastro della scorsa regular season, l’urlo “Rebuilding” si è alzato forte dai sempre meno glamour spalti dello Staples Center bardato gialloviola. Tenendo conto però della casella del roster riempita anche in questa stagione dal nome “Bryant, Kobe”. Attorno a lui e al rientrante Randle (ascrivibile a pieno titolo alla colonna “acquisti”, visto il mancato utilizzo causa infortunio), la rivoluzione è stata importante.
Boozer, Lin, Jordan Hill, Wesley Johnson. Un lungo esodo, che dispiacerà molto relativamente ai tifosi Lakers. Profili complessi da abbinare tra loro e da “riciclare” dopo la pessima impressione destata nei mesi trascorsi all’ombra di Beverly Hills.
D’Angelo Russell è stato invece soltanto il primo di tanti altri giocatori in entrata, più o meno nuovi, più o meno pronti. I più importanti (non ce ne voglia l’ex canturino Metta World Peace) sono Lou Williams, miglior sesto uomo della passata stagione (“tanti, maledetti e subito”, verrebbe da semicitare pensando ai punti che ha nelle mani); Roy Hibbert, lungo NBA di primissimo livello, nonostante l’altalena di prestazioni e cifre a cui ci ha abituato negli anni; Brandon Bass, giocatore solido, pronto, su cui poter fare affidamento sin dalla prima palla a due.
Metterli insieme non sarà semplice, ma la sfida appare quantomeno interessante.
IN: Brandon Bass, D’Angelo Russell, Louis Williams, Roy Hibbert, Metta World Peace, Marcelinho Huertas, Larry Nance Jr, Michael Frazier II, Robert Upshaw, Anthony Brown.
OUT: Vander Blue, Carlos Boozer, Jeremy Lin, Wayne Ellington, Dwight Buckys, Ed Davis, Xavier Henry, Jordan Hill, Wesley Johnson, Ronnie Price.
STARTING FIVE
PANCHINA
PAYROLL
25 milioni di dollari. Un terzo del totale speso. Un contratto che pesa e che ha condizionato inevitabilmente le scelte salariali, ma che non ha impedito di offrire cifre molto interessanti ad Hibbert (una “scommessa” secca, di un solo anno ad alto prezzo, che i Lakers sperano di vincere) e Lou Williams (triennale strameritato il suo). Il resto è un mix di contratti da rookie e da veterani, Nick Young a parte. Ma Swaggy P in fondo è sempre stato un discorso a parte.
IL COACH
Byron Scott ha ricevuto spesso critiche pesanti nel corso della carriera e lo scorso anno in particolare. Certo non si può dire che sia un allenatore rivoluzionario o in grado di conferire un’impronta decisa alla squadra. Tuttavia il suo passato lo lega profondamente alla causa dei Lakers e ha la personalità per uscire da quest’impasse. La squadra è nuova, ma è giovane e rampante in molti elementi. Kobe è tornato e questo gli garantirà la possibilità di avere un vero leader in campo. Dal punto di vista del gioco è difficile capire cosa aspettarsi; di certo molti punti proverranno dal back court, dove giocatori come Nick Young, Louis Williams e Kobe rappresentano delle garanzie. La presenza di giocatori giovani potrebbe anche consentire di vedere un ritmo più elevato e i Lakers potrebbero essere anche una squadra piuttosto divertente da guardare.
GIOCATORE CHIAVE ATTACCO
Nonostante l’età, i chilometri e gli infortuni patiti negli ultimi due anni, Kobe Bryant rimane Kobe Bryant e in questi Lakers, francamente, non si vede ancora un giocatore che per valore tecnico, mentalità e dedizione alla pallacanestro sia in grado di pareggiarlo.
Chiaramente la sua tenuta fisica e atletica sarà da valutare, dopo due anni trascorsi sostanzialmente ai box, ma il probabile cambio di ruolo potrebbe dargli nuova linfa vitale e allungargli la carriera. Non è un mistero, infatti, che Scott stia pensando di allontanarlo un po’ dal pallone, coadiuvato in questo dall’arrivo di una point guard di prospettiva come D’Angelo Russell e dall’emergere di Jordan Clarkson, schierandolo probabilmente nel ruolo di Ala piccola. La mossa è sicuramente sensata e permetterebbe a Bryant di essere più fresco nella metà campo offensiva, dove la varietà del suo gioco potrebbe rivelarsi ancora un’arma vincente per questi Lakers.
GIOCATORE CHIAVE DIFESA
Carte alla mano il miglior difensore che i Lakers possono schierare è senza dubbio Metta World Peace. Tuttavia considerata l’età, la lontananza prolungata da un parquet NBA e l’elevata probabilità che non veda il campo per più di 15 minuti a partita, lo scettro passa automaticamente nelle mani di Roy Hibbert.
Il 7-piedi ex-Pacers, pur non essendo nel suo periodo di forma migliore, è un ottimo intimidatore nel pitturato e può decisamente risolvere i problemi di protezione del ferro, che hanno martoriato i Lakers nelle stagioni passate.
POSSIBILE RIVELAZIONE
Con tutto l’hype concentrato su D’Angelo Russell e Jordan Clarkson, Julius Randle potrà prendersela con calma, considerato anche l’infortunio che l’ha tenuto lontano dal parquet per un anno. Il ragazzo ha i numeri e Kobe pare averlo già preso in simpatia, che in casa giallo-viola è una cosa che conta abbastanza. Oltretutto quest’anno i Lakers dispongono di un’ottima rotazione di guardie, dotate tutte di grande talento, e Randle potrebbe mostrare il suo set offensivo e incidere in particolare in post.
PUNTI DI FORZA
Con l’aggiunta di Russell e Williams ai vari Kobe, Clarkson e Young i Lakers finalmente dispongono di un buon parco guardie e di tiratori di talento e abbastanza affidabili, il che presumibilmente porterà a migliorare la percentuale realizzativa effettiva della squadra (solo 26^ in questa voce lo scorso anno).
La presenza di Hibbert e Bass in pitturato, invece, garantisce alla squadra una migliore protezione del ferro e una maggiore presenza sotto le plance, lo scorso anno terreno di conquista per chiunque.
PUNTI DEBOLI
Nonostante Hibbert e Bass la difesa rimane il problema principale per Los Angeles, in particolare quella sugli esterni, dove sicuramente dispongono di elementi dal grande talento offensivo, ma sostanzialmente nulli o addirittura dannosi nella propria metà campo.
POSSIBILI SCENARI
L’idea di fondo è che i Lakers faranno meglio della stagione passata, ma la squadra è forse ancora troppo giovane e inesperta per arrivare alla post season. É vero che Dallas e Portland sono peggiorate decisamente e difficilmente agguanteranno i playoffs, altrettanto plausibile è però un ritorno dei Thunder, nonché un esplosione dei Jazz e dei Kings. Difficile dire quante vittorie possano raggiungere questi Lakers, il risultato più probabile è un 10° posto ad Ovest con un record attorno alle 35/38 vittorie.
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