Seguici su

L.A. Lakers

Le arene NBA Seconda Parte: le grandi dinastie, Boston & L.A.

Nella prima parte del nostro viaggio ci siamo soffermati su New York e sull’arena più rappresentativa del mondo, il Madison Square Garden. Oggi rimaniamo sempre sulla costa atlantica ma ci spostiamo 300 km a nord, fermata Boston, Massachusetts.

La storia della Boston sportiva è indissolubilmente legata al leggendario Boston Garden. La sua costruzione risale agli anni ’20 quando Tex Rickard, l’uomo dietro alla realizzazione del terzo Madison Square Garden a NYC, decise di espandere il suo nome costruendo altre sei arene in giro per gli States. I suoi interessi caddero su Boston, e così il 17 Novembre 1928 con un incontro di box tra i massimi Dick Finnegan e Andre Routs, vide la propria apertura il Boston Madison Square Garden.Il nome originale dell’arena fu successivamente accorciato al più noto Boston Garden. Sfortunatamente Rickard morì l’anno successivo, e il Garden rimane la sola delle altre sei arene pensate dal miliardario.

Situato sopra la North Station e costato all’epoca 10 milioni di dollari ( più del doppio rispetto al MSG III), il Boston Garden è probabilmente il palazzo dello sport più titolato della storia, con i suoi 16 titoli NBA e le 5 Stanley Cup. La capienza dell’arena contava circa 15mila spettatori, sia per le partite di hockey che per quelle di basket. I primi a giocare all’interno del Garden furono i Boston Bruins, tre giorni dopo l’apertura ufficiale. I Boston Celtics misero piede all’interno del palazzo solamente 18 anni dopo, nel 1946 (anno della loro fondazione).

Boston Garden

Rickard costruì l’arena soprattutto per gli eventi pugilistici, facendo in modo che ogni seggiolino fosse abbastanza vicino da “poter annusare il sudore dei pugili”. Grazie a questa sua idea, i posti al Boston Garden erano più vicini rispetto a quelli degli altri palazzi; ciò porto un vantaggio notevole alle squadre di casa, che fecero del fattore campo un loro punto di forza ( i Celtics nella stagione 85/86 chiusero con un impareggiabile 40-1 al Garden).

Oltre che per la vicinanza dei propri sostenitori, il Garden è ricordato per i numerosi difetti strutturali. Il campo da hockey, ad esempio, era di dimensioni ridotte rispetto allo standard NHL perchè, all’epoca della sua costruzione, la lega professionistica di hockey non aveva ancora imposto delle misure regolari per i campi. Il Garden non aveva aria condizionata, il che lo rendeva impraticabile col caldo (famoso il caso di Gara 5 delle Finals dell ’84). Altra caratteristica peculiare erano i seggiolini troppo stretti o la cui visuale era ostruita da i pilastri che reggevano la struttura.

Per tutti questi motivi le due franchigie di Boston decisero,  a malincuore, di abbandonare il Boston Garden. Fu così che nel 1995 vide la luce, nelle vicinanze del vecchio Garden,  il New Garden, da subito rinominato Shawmut Center, dal nome della Shawmut Bank. Ideata da Ellerbe Becket (nome che incontreremo spesso), l’arena ha una capienza di più di 18500 persone per le partite di basket e circa un migliaio in meno per quelle di hockey. Nei suoi quasi 20 anni di vita, il New Garden ha cambiato spesso nome, diventando FleetCenter prima e TD Banknorth Garden poi. Sebbene non possa ancora avere la storia del vecchio Boston Garden, il TD Garden vanta già la vittoria al suo interno di una Stanley Cup (2011) e di Larry O’Brien Trophy (2010). Per la cronaca, oggi il vecchio Garden è diventato un parcheggio.

TD Garden

Capitolo a parte merita la storia del parquet del Garden. Costituito da 247 pannelli quadrati di 1,5 metri di lato tenuti insieme  da viti in ottone e 988 bulloni, il parquet del Garden vanta una storia unica. Fu installato al Boston Garden nel 1952 e leggenda vuole che sia alla base dei numerosi successi dei Celtics, in quanto i giocatori conoscevano come la palla rimbalzasse in ogni punto del campo. Fu spostato anche nel nuovo Garden dove ci rimase fino al Dicembre 1999, quando si decise di sostituirlo. Pezzi del vecchio parquet furono integrati nella nuova pavimentazione, altri furono esposti al Museo all’interno della nuova arena, altri ancora vennero venduti.

Tra i possessori di un pezzo del parquet del Boston Garden c’ è Magic Johnson; si, quel Magic Johnson, arcirivale dei Celtics e icona dello showtime dei Lakers anni ’80. Ed è proprio L.A., sponda Lakers, la terza tappa del nostro giretto.

L.A. Sports Arena

I gialloviola arrivano a Los Angeles da Minneapolis nel 1959 con alle spalle già 12 anni di vita cestistica. I Lakers originali, quelli di Minneapolis, giocarono al Minneapolis Armony per tutta la loro permanenza nel Minnesota. La struttura è ancora in piedi, protetta come bene storico, e viene usata come parcheggio. Arrivati a L.A. i Lakers si “appropriarono” della neonata L.A. Memorial Sports Arena, sulla quale non ci soffermiamo per manifesta inferiorità ( per maggiori informazioni andate su youtube e digitate Federico Buffa racconta: l ‘NBA del vostri Padri… L.A. Sports Arena). Questa fu la casa dei Lakers fino al 1967, anno in cui si trasferirono in quella che insieme al Madison Square Garden è l’arena più conosciuta al mondo, The Forum. Situato a Inglewood, sobborgo di Los Angeles, The Forum fu costruito nel 1967 da Jack Kent Cooke, allora proprietario di Lakers e fondatore dei Kings, squadra di hockey della città.

La storia della nascita del Forum  è alquanto particolare. Nel 1966 la NHL aprì alla creazione di sei nuove franchigie e il signor Cooke era seriamente intenzionato ad averne una a Los Angeles. Cooke aveva un concorrente, Dan Reeves, proprietario degli L.A. Rams (ex franchigia di football) appoggiato dal Comitato dell’ L.A. Sports Arena.

The Forum

Quest’ultimi minacciarono Cooke che in caso di vittoria nell’ottenimento della franchigia, come poi avvenne, non erano più intenzionati a concedergli l’uso del palazzo. Cooke decise allora di abbandonare l’L.A. Sports Arena e costruirsi una nuova casa per i Lakers e per i neonati L.A. Kings. Il progetto fu affidato all’architetto Charles Luckman e doveva richiamare il Foro Romano. Il Forum venne subito utilizzato oltre che per eventi sportivi anche per concetti o conferenze.

Nel 1979 Cooke vendette il Forum, insieme ai Lakers e ai Kings a Jerry Buss per la cifra record di 67,5 milioni di dollari. Con Buss al comando i Lakers diventarono la potenza dominante del basket anni ’80 vincendo 5 titoli NBA. Il Forum continuava ad essere un punto di riferimento per l’industria dello spettacolo e Buss nel 1988 capitalizzò questo successo vendendo i diritti sul nome del Forum alla Great Western Saving & Loans, che venne subito rinominato Great Western Forum. Dopo 30 anni di successi, sportivi e non, il Forum diventò una struttura obsoleta, inadatta agli standar NBA. Fu così deciso di costruire una nuova arena state of the art, come dicono dall’altra parte dell’oceano. Nel 1999 aprì dunque lo Staples Center, situato in Figueroa Street. Lo Staples Center ospita, oltre alle partite casalinghe di Lakers e Clippers, anche i Kings e molti altri eventi.

Staples Center

Se i Lakers hanno avuto la loro casa per più di 30 al Forum di Inglewood, i Clippers hanno potuto usufruire, dal loro arrivo a Los Angeles nel 1984, della già citata L.A. Sports Arena. Come per il Forum però, anche la casa dei Clippers era ormai al di sotto degli standard NBA, così i Clips si spostarono con i Lakers allo Staples Center.  Nei suoi quasi 15 anni di vita lo Staples Center ha finora ospitato cinque titoli NBA (2000,2001,2002,2009,2010) e un titolo NHL (2012).

Il vecchio Forum  è stato invece acquistato nel 2012 dalla MSG Company che ha avviato una ristrutturazione del sito da 50 milioni di dollari. La MSG ha anche cambiai il nome del Forum, facendolo diventare The Forum Presented by Chase, includendo così anche il nome dello sponsor.

 

 

SEGUITECI SU FB: https://www.facebook.com/NbaReligion

SEGUITECI SU TWITTER: https://twitter.com/NbaReligion

Clicca per commentare

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Advertisement
Advertisement
Advertisement

Altri in L.A. Lakers