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Mike D’Antoni parla dei nuovi Lakers: “Faremo molto meglio dell’anno scorso. Kobe? Non so quando tornerà”

Mike D’Antoni sarà ancora l’allenatore dei Los Angeles Lakers per la stagione 2013/2014 nonostante le continue voci, iniziate dal primo giorno in cui si è seduto sulla panchina dei gialloviola, che vorrebbero costantemente Phil Jackson vicino alla franchigia capitanata da Kobe Bryant. Intervistato dal Los Angeles Time, D’Antoni ha discusso del campionato che inizierà il 29 ottobre, senza Howard, forse (inizialmente) senza Bryant, ma con un po’ di pressioni in meno e con più tempo per lavorare con calma.

“Penso che chiunque si siederà su questa panchina per i prossimi 10,15 anni dovrà scontrarsi con lo spettro di Phil Jackson, dopotutto ha vinto tantissimo in questa organizzazione, ed è ancora là fuori senza squadra.”

L’ultima stagione dei Lakers si è conclusa con un 4-0 perentorio a favore di San Antonio nel primo turno dei playoffs dopo un campionato durissimo, concluso come è iniziato: all’insegna degli infortuni. Ma i tifosi non hanno voluto sentire scuse del genere, e come si sente continuamente nei programmi radio sportivi di L.A., non vorrebbero più vedere D’Antoni allenare la “propria” squadra.

“Se non si vince, queste reazioni da parte dell’ambiente sono all’ordine del giorno. Inoltre dobbiamo considerare che parliamo dei Lakers, la prima squadra in ordine di apparizioni su ESPN. Ovviamente bisogna fare tutto il possibile per cercare di migliorare la situazione, se le voci circostanti cominciano ad infastidirti e non ti permettono più di farti fare il tuo lavoro al meglio allora capisci che è giunta la fine. Guardate cosa è successo nell’ultimo periodo, undici allenatori se ne sono andati o sono stati licenziati, e 3-4 di loro avevano appena fatto registrare la migliore stagione nella storia della franchigia. Quindi chi sono io per dire che i tifosi di L.A mi stanno trattando male? Che dovrei dire invece di questi allenatori licenziati nonostante ottimi risultati? Io per fortuna non ho mai temuto di un possibile esonero anche perchè Mitch Kupchack e Jim Buss mi hanno sempre supportato ottimamente, non avrei potuto chiedere di meglio dallo staff attorno a me e dalla franchigia stessa.”

I nuovi Lakers dovranno far ricredere gli scettici, il raggiungimento dei playoffs è l’obiettivo minimo per una squadra che potrà comunque puntare sull’accoppiata Bryant-Gasol, oltre al sempiterno Steve Nash e i nuovi acquisti come Farmar, Young e Johnson:

“Abbiamo decisamente migliorato il pacchetto di tiratori della squadra e penso che anche la chimica di squadra sarà migliore dato che l’incertezza (leggasi Dwight Howard) è andata altrove. Ognuno di loro conoscerà il suo ruolo all’interno della squadra e sapranno cosa fare sul campo. Siamo veramente entusiasti dei nuovi acquisti e delle possibilità di vedere i giocatori migliorare giorno per giorno raggiungendo un livello qualitativo ottimale. Sarà un bene per loro, sarà un bene per i Lakers. E’ sempre emozionante vedere giocatori giovani che hanno voglia di imparare e lavorare sodo. Per Gasol e Nash il discorso è diverso, cercheremo di preservarli il più possibile durante la preseason fino a che non si sentiranno al meglio della condizione, saranno al 100% prima del 29 ottobre (inizio della NBA), ma anche durante la stagione dovremo pensare come gestire il loro minutaggio per aiutarli ad affrontare più partite possibili a livelli ottimali. Kobe Bryant invece è ancora un punto di domanda nel senso che nessuno sa per certo la data in cui potrà tornare a calcare il parquet di gioco con sicurezza. Ovviamente il suo curriculum riguardo a queste cose è spaventoso, infrange ogni tipo di record anche sotto questo punto di vista, ma fino a che il medico non darà l’ok per tornare a giocare non si saprà niente di certo. Migliorare il record di 45-37 della scorsa stagione? Non vedo perchè non potremmo farlo, l’anno scorso non abbiamo espresso il nostro potenziale. Le nostre lacune difensive derivavano dalla mancanza di energia da parte dei giocatori che non erano convinti di essere nel posto giusto all’interno della squadra. La difesa è energia, concentrazione e desiderio di farlo, se c’è qualcosa che mina anche solo uno di questi aspetti allora non si riesce ad esprimersi al meglio, con cuore e anima in quello che si fa.”

 

 

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