La squadra oggi conosciuta come Wizards nacque come Chicago Packers nella stagione 1961-62, successivamente si trasferì a Baltimora per arrivare nella capitale nel 1974 con il nome di Washington Bullets, dopo essere passata l’anno prima a Landover (nel Maryland).
Nel 1997 la franchigia decise di cambiare nome e logo, Bullets (proiettili) fu considerato troppo cruento anche perché proprio Washigton era una tra le città più violente degli Stati Uniti, perciò si passò a Wizards e si cambiò anche arena passando dall’US Airways Arena al Verizon Center. La franchigia alle soglie del 2000 si rinnovò completamente e la campagna di marketing per risanare le finanze continuò con la firma di Micheal Jordan, fino a quel momento comproprietario della franchigia, che decise di dare una mano alla squadra tornando a giocare, rispolverando il suo n° 23. L’interesse mediatico per la squadra naturalmente andò alle stelle e per le due stagioni “jordaniane” l’MCI Center si registrò sempre il tutto esaurito. Non ci sembra il caso di sottolineare tutti gli eventi della storia della franchigia ma qualche appunto era d’obbligo. Dei Wizards si potrebbero ricordare, oltre le gesta dell’ultimo Jordan, 38 anni, e 22,9 punti a partita , i 60 punti di Arenas contro i Lakers o i 47 di Wall contro Memphis. Insomma stiamo parlando di una franchigia che nella sua storia ha avuto più di un punto esclamativo. Nel loro palmares spiccano 1 titolo NBA nel 1978, 4 titoli di conference e 7 titoli di division, oltre alle gesta di Earl Monroe e Wes Unseld, due futuri All Star.
Torniamo, ora, alla nostra attualità, ai Wizards attuali, culla di giocatori di grande spessore e perché no di qualche All America. Al Verizon Center lo spettacolo non mancherà di sicuro, i 20 000 spettatori che hanno seguito la squadra nella stagione 2012-2013 quest’anno potranno sognare un po di più.
Durante la scorsa stagione gli infortuni hanno cancellato le poche speranze della franchigia di partecipare ai playoff, certo non solo quelli, ma partire senza l’uomo franchigia e perdere le prime 12 non deve essere proprio una bella sensazione.
Come dicevamo, Washington ha iniziato la stagione 2012-13 senza il suo simbolo, John Wall portando a casa 12 sconfitte su 12 partite, nelle prime 26 gare la situazione non migliorò affatto, arrivarono, infatti solo 3 vittorie lasciando la franchigia fuori da ogni lotta per i playoff. Al ritorno di Wall la squadra iniziò a viaggiare con circa il 50% di vittorie e probabilmente sarebbe anche riuscita ad approdare ai playoff se solo gli infortuni non si fossero abbattuti sui Wizards con la forza di un tornado. Prima Wall, poi Nene, poi Okafor, tutti, almeno per un breve periodo, sono stati costretti a passare in infermeria distruggendo i sogni di gloria della franchigia che chiuse con un record di 29-53. Nella prossima stagione coach Wittman è chiamato all’impresa di portare questi ragazzi a lottare per i playoff e se consideriamo i risultati dell’ultima parte della stagione passata, l’impresa non sarebbe neanche così ostica.
Nella tabella riportata sotto, vengono mostrate le partite saltate da tre dei giocatori più importanti per la franchigia della capitale:
Wall, Nene e Al Harrington sono giocatori che, nelle ultime stagioni hanno saltato molte partite di regular season. Harrington non gioca tutte le 82 partite dalla stagione 2002-03, Nené continua ad avere costanti problemi alla schiena. Wall, invece, dopo aver perso la prima parte della scorsa stagione, sembra aver recuperato ma anche il play negli ultimi anni ha sempre dovuto fermarsi per qualche problema fisico.Lo staff dei maghi dovrà essere molto attento a preservare i suoi big, soprattutto se la franchigia vuole davvero fare il salto di qualità che la città aspetta da anni.
IL MERCATO:
Il rinnovo contrattuale di Wall era sicuramente la più importante trattativa dell’estate di Washington, perdere il play sarebbe significato prendere residenza nei bassi fondi della classifica e soprattutto non avere un più alcun futuro da costruire. L’acquisto di Al Harrington, pur essendo una scommessa, potrebbe portare i suoi frutti. Oltre ad allungare la panchina, Al, potrebbe dare una seconda scelta a coach Wittman per quanto riguarda i tiratori dall’arco e cambiare la prospettiva del gioco sotto canestro sfruttando le sue doti balistiche lontano dai tabelloni.
In conclusione possiamo dire che la forza di questa squadra risiede tutta nelle mani dei giovani Wall, Beal e Porter, sotto canestro l’assenza di uno dei titolari verrà pagata a caro prezzo, proprio perché non ci sono riserve idonee, perciò coach Wittman dovrà saper sfruttare al meglio le proprie armi se vuole portare i suoi Wizards ai playoff.
IL ROOKIE:
Un discorso a parte, invece, merita la situazione del rookie scelto quest’anno, il prodotto di Georgetown, Otto Porter.
Le potenzialità di Porter, ala piccola proveniente proprio da Washington, sono sicuramente molte alte. Spicca la sua capacità difensiva e il suo atletismo, preoccupa, invece, la scarsa vena realizzativa, mostrata in summer-league. Porter dovrà lottare per guadagnarsi minuti, davanti a lui, infatti, ci sono sia Ariza sia Webster entrambi ottimi tiratori e giocatori esperti. I Wizards saranno dunque chiamati a scegliere tra due modi diversi di interpretare il gioco e il concetto di presente e futuro. Se la squadra ha intenzione di concedere a Porter la possibilità di crescere e maturare dovrà schierarlo e regalargli minuti, anche a discapito del risultato, se, invece, si vorrà puntare ai playoff si dovrà rinunciare a Porter e puntare su Harrington, Ariza o Webster.
La scelta è molto difficile, soprattutto per una franchigia che, quest’anno, e per la prima volta da molto tempo, ha una piccola possibilità di approdare ai playoff.
IL ROSTER:
Andiamo ora a guardare da vicino le potenzialità del roster di questi Wizards 2013-13:
John Wall è il cosiddetto uomo franchigia della squadra di Washington. Quest’anno, quando è rientrato dall’infortunio, è riuscito a portare la squadra ad un trend vicino al 50% di vittorie. Con lui in campo, molto probabilmente, i Wizards sarebbero riusciti a rientrare tra le prime 8 e disputare i playoff. Inoltre, nella passata stagione, Wall ha fatto registrate il suo career-high di punti (47) contro Memphis. Anche essendo il leader della squadra, dovrà fare di più se vuole portare i suoi compagni ai playoff. Non si parla della sua produttività offensiva, le sue medie, infatti, sono buone, ma deve migliorare la sua capacità di play making e la sua percentuale nel tiro da 3 punti. Il suo gioco è ancora acerbo, fatto di giocate, anche strabilianti, ma fine a se stesse, la sua difesa va rivista e migliorata e la costruzione del gioco è ancora poco incisiva. Se il giocatore dovesse migliorare sotto questo aspetto i Wizards diventerebbero dei seri candidati ai playoff ad Est..
Con Bradley Beal, inoltre, Wall forma una delle coppie di guardie più interessanti della lega. Beal al suo primo anno nella lega ha fatto registrare una media punti ottima ,14 punti ad allacciata di scarpe, ma, con una percentuale dal campo poco convincente (41%). L’arrivo di Harrington, come tiratore da dietro l’arco, garantirà a Beal meno pressione e più libertà di inventare il suo gioco in penetrazione.
Nello spot di ala piccola i Wizards hanno investito molto per ri-firmare il free agent Martell Webster (contratto da 22 milioni per 4 anni). Webster è stato il miglior tiratore da 3 della squadra con un ottimo 42% . Quando Wall è tornato dall’infortunio tra i due si è creata un ottima intesa che ha portato bel gioco e molte vittorie nella capitale. Con l’aggiunta di Porter, i minuti di Webster si abbasseranno, ma, probabilmente questo cambiamento potrà essere positivo per Martell che potrà gestire al meglio i suoi minuti sul parquet, magari ritagliandosi tiri più facili e meno forzati.
Nené è invece una vera e propria incognita per i Maghi, la sua schiena gli concede ben poco riposo, l’anno scorso si parlava addirittura di ritiro. Il valore del brasiliano è innegabile, ma molto dipenderà dalla sua condizione fisica. Anche in questo caso l’arrivo di Harrington potrà portare Nené a giocare maggiormente sotto canestro. Sfruttando la capacità di Harrington di uscire dall’area per cercare il tiro, Nené potrà agire sotto canestro più facilmente e senza costanti raddoppi. La teoria in questo caso si scontra facilmente con la pratica, ma idealmente è una delle opzioni più semplici da attuare con due giocatori di questo tipo. L’apporto di Nené in fase offensiva sarà sicuramente determinante per le sorti dei Wizards, speriamo, quindi di averlo in forma per l’inizio della stagione.
Il centro titolare di questi Wizards dovrebbe essere Emeka Okafor. In una squadra di attaccanti il centro ex Bobcats dovrà essere la certezza difensiva della squadra. Nella stagione appena trascorsa è riuscito a mantenere ottime medie, sfiorando la doppia doppia per punti e rimbalzi. Se riuscirà a mantenere queste medie, Okafor sarà sicuramente un’ottima arma per la squadra e, inoltre, potrà fare da mentore al giovane Kevin Seraphin.
Passiamo ora ad analizzare la panchina, non meno interessante, quantomeno a livello di potenzialità, rispetto ai cinque titolari.
Otto Porter, il rookie di quest’anno sarà molto importante per i Wizards, non solo per le sue percentuali al tiro, ma, soprattutto per il suo potenziale. Dovrebbe agire alle spalle di Webster e ritagliarsi abbastanza minuti per potersi mettere in mostra. Rimane da capire come Wittman pensa di utilizzarlo e in particolare se deciderà davvero di puntare sulla sua giovane età.
Al Harrington preso per 1,4 milioni di dollari a stagione non è una mossa malvagia, a Washigton serviva un buon tiratore da 3pt e l’ala rispondeva alle caratteristiche ricercate dalla società. Harrington è un buon giocatore, se dovesse trovare continuità potrebbe essere un’arma interessante per questi Wizards.
Altra ala grande di riserva è Booker un giocatore non certo eccelso. Non mostra un basket all’altezza e, secondo un mio modesto parere, non potrà chiedere più di 10 minuti a gara. Unici punti di forza sono: la capacità a rimbalzo (circa 6 a partita) e un buon 50% al tiro.
L’acquisto di Harrigton mi fa sospettare sul contratto in scadenza di Ariza. L’ala piccola che nell’ultima stagione ha realizzato medie interessanti, con 9 punti in 21 minuti di utilizzo e con un ottimo 36% da tre, vede il suo contratto in scadenza nella prossima stagione e probabilmente terminerà la stagione lontano da Washington. Ariza rimane comunque un ottimo giocatore, soprattutto se utilizzato da 6° uomo o comunque in uscita dalla panchina.
Kevin Seraphin è la riserva ideale per Emeka Okafor anche per via dell’età di quest’ultimo. Seraphin è partito poche volte in quintetto nella passata stagione, ma vedrà aumentare il suo utilizzo a partite dalla prossima. Il centro si è distinto per il suo atletismo e per una buona tenuta mentale, potrà quindi essere una pedina interessante nello scacchiere dei Wizards. Vedremo, se Wittman deciderà di utilizzarlo in quintetto, seguendo la linea verde della franchigia, oppure se farlo partire dalla panchina.
Glen Rice Jr potrebbe essere, e dico potrebbe, uno dei furti di questo draft, ottimo tiratore con una buona intelligenza cestistica, Rice potrebbe ritagliarsi qualche spazio come guardia tiratrice e magari con un po di fortuna guadagnarsi anche qualcosa in più.
Eric Maynor, niente di più che la riserva di Wall, nei suoi quattro anni nella lega la media punti non ha mai superato i 4,2 e non è mai sembrato incisivo. Rimango dell’idea che senza Wall questa squadra non avrà nessun play da NBA.
Garrett Temple, altro giocatore che completa il roster. Nella passata stagione ha sostituito Beal e Wall quando erano infortunati. Ha fatto sicuramente meglio di Maynor, ma niente di eccezionale. Le potenzialità per fare meglio ci sono, vedremo se riuscirà a mostrarle.
Chris Singleton, a meno che Harrington, Nené, Sepaphin e Booker dovessero occupare insieme l’infermeria, non vedremo mai in campo Singleton o, comunque non più di qualche minuti nel garbage time. E direi anche per fortuna.
Jan Vesely. Il suo nome è spesso pronunciato a Washigton in segno di derisione, il perché? Il suo 30% ai liberi può spiegare ogni cosa.
Pronostico:
Il roster è competitivo, può puntare alla lotta playoff pur partendo indietro rispetto alla altre squadre da 7°o 8° posto. Se tutto dovesse andare secondo i piani, senza infortuni clamorosi e con un Wall in continuo miglioramento, sarei pronto a dire playoff, ma con i “se” e i ma non si va mai molto lontano.
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