Seattle. La città della pioggia che ha dato i natali a Bill Gates ,a Jimmy Hendrix,alla musica Grunge, ma sopratutto ai Seattle SuperSonics!
Per anni la franchigia dello stato di Washington non è stata altro che l’ultima squadra campione NBA del periodo nero, quello pre Magic Johnson – Larry Bird, quando le finali venivano trasmesse in differita e le arene erano molto lontane dagli attuali sold out. Storicamente i tifosi dei Sonics hanno sempre avuto una squadra ricca di individualità e di personalità: da Lenny Wilkins a Spencer Haywood, da Xavier McDaniels a Dale Ellis e Jack Sikma , da Nate McMillan a Gary Payton, da Ray Allen a Kevin Durant, ma sopratutto hanno avuto la fortuna di poter ammirare i due più grandi dunkers della storia Nba pre “Vinsanity Hera” : quello bianco, Tom Chambers, e quello nero The Reign Man, all’anagrafe Shawn Kemp.
Negli anni ’80 ,appena raggiunto l’apice dell’ Nba, i malcapitati SuperSonics dovettero immediatamente fare i conti con alcune delle dinastie più innovative della Nba, tutte sfortunamente (per loro) nella Western Conference: lo showtime losangelino, il run&gun dei Nuggets targati Doug Moe , le Twin Towers di Houston, i pick and roll dei Jazz, e il basket naif dei Trailblazers di Rick Adelman.
Anche gli anni ’90 sono stati, per la franchigia della costa Ovest, lo specchio della loro storia: grandi aspettative contrapposte a grandi delusioni anche se ,per onestà intellettuale, è opportuno ricordare che, come per altri , se non fosse stato per Mj e i suoi Bulls forse saremmo qui a raccontare una storia diversa. Infatti dopo il suicidio del Draft 1987 (scambio Pippen per Polynice), i nostri riuscirono a fondare le basi per un roseo futuro scegliendo Payton e Kemp, ma purtroppo,esclusa la stagione 1995-96 passarono alla storia dalla porta sbagliata riuscendo ad essere la prima squadra di sempre ad essere rimontata dal 2 a 0 in una serie playoff e la prima squadra con il miglior record della regular season ad essere eliminata al primo turno dei play-off . Per molti la dinastia The Glove/Reign Man non ebbe la fortuna che forse meritava sopratutto per il modus operandi della società impegnata maggiormente a risolvere alcune controversie con la città di Seattle che sulle questioni tecniche.
Proprio da queste controversie e soprattutto quando con la scelta di KD si iniziava a vedere la luce in fondo al tunnel ,la dirigenza decise di emigrare nella terra del nulla a Oklahoma. Fin da subito , ai piani alti dei Thunders, Sam Presti & Co. hanno tentato di far apparire la nuova franchigia come una sorta di Araba Fenice, rinata dalle proprie ceneri. Il tentativo è rimasto vano soprattutto perchè l’opione pubblica di Seattle sta ancora aspettando il ritorno di una franchigia nella città della pioggia (e ci siamo veramente vicini). Un portavoce di questa scuola di pensiero? Gary Payton , il quale si è fermamente opposto al ritiro da parte dei Thunders del suo leggendario numero 20, dato che lui rappresenta solo i SuperSonics e la città di Seattle e che con Oklaoma City non ha niente a che fare..
Carlo Venturi