Kyrie Irving ha recentemente scherzato sul fatto di avere Klay Thompson e Draymond Green come compagni di squadra alle Olimpiadi. Li ha appena battuti entrambi in una serie finale che passerà alla storia e a breve dovranno giocarsi la medaglia d’oro a Rio. Tutto questo, però, prima della #KDecision. Se prima Uncle Drew poteva permettersi di fare il galletto, ora si trova in un incubo. Immaginate la scena: Kyrie sotto la doccia dopo aver rullato la Nigeria ricorda a Klay il tiro che ha chiuso gara 7. Poi si gira, alza lo sguardo e vede capitan Durant con faccia scura, come dire: “Bravo, quest’anno ti sei divertito, ma ora ci sono anch’io e col cazzo che vinci ancora”. E questo è solo il più banale esempio di quanto il passaggio di Durant a Golden State inciderà sulla Lega.
Perché meno banale è ciò che sta succedendo ad Oklahoma City. La città è, senza mezzi termini, nel panico più totale. Dopo aver passato l’Indipendence Day più brutto di sempre, i tifosi dei Thunder hanno scoperto che no, non avevano sognato. Durant ha davvero lasciato baracca e burattini in mano ad un playmaker tanto fenomenale quanto folle e se ne è andato dalla squadra che non è riuscito a battere (tirando 10-31 in gara 6, closeout game, nella stessa OKC, ma questa è solo per chi vuole tirare altre croci sul povero KD). Passata la mattina col cuscino sulla faccia per alleviare la tristezza che solo un fan della versione Man. United di Cristiano Ronaldo può capire, il Thunder-tifoso arriva alle più disparate conclusioni.
–Apocalittica. Frase tipo: “KD se ne è andato, perderemo 82 partite l’anno prossimo, dall’Oklahoma vengono davvero solo tori e checche.” Alcuni di questi giurano però di aver davvero avvistato un esemplare di Durant con le corna.
–Cospirazionista. Frase tipo: “Durant se ne è andato solo perché la Lega è scriptata e quel pelato di Silver vuole il rematch GSW vs LeBron per fare audience”. Il loro leader è “Miss Rigged NBA” Ayesha Curry, tuttavia dimissionaria, in quanto il marito si troverà oltremodo favorito da questo passaggio di KD sulla Baia.
–Rinunciataria. Frase tipo: “Vabbe, inutile pensarci troppo. Almeno una squadra ora l’abbiamo.” Mentre ai nostalgici del Sonics basketball scende una lacrima.
–Adrianogallianica. Frase tipo: “L’obiettivo è il terzo posto ad Ovest. Donovan ha tantissimi top player su cui puntare, Kyle Singler è il sostituto naturale di Durant. Che, peraltro, aveva un ingaggio spropositato.” Vedranno la loro squadra cambiare due coach all’anno e sentirsi dire che la società è stanca di spendere per arrivare dal quinto al settimo posto.
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In ogni caso, tifosi di Oklahoma City, il peggio è passato. La notizia è ormai vecchia e si guarda avanti, si guarda a questi nuovi Thunder. “Quello di ieri – scrive Nicolò Ciuppani – è, senza girarci intorno, il giorno più nero della storia dei Thunder, che perdono il giocatore più forte della loro storia, l’uomo franchigia e il simbolo di OKC nel mondo, e si stima che in questa giornata la franchigia abbia perso un valore di centinaia di milioni di dollari.” Ieri, appunto. E siccome si ritiene che Durant abbia informato Presti prima di tutti gli altri, il mai domo GM dei Thunder è già al lavoro per decidere il futuro della squadra. Tutta la dirigenza Thunder, infatti, è ora chiamata ad una delle scelte più difficili della loro breve vita NBA. Che fare ora? Buttare giù tutto o continuare con Westbrook e soci? Considerando che, al momento, Warriors, Spurs e anche Clippers sembrano difficilmente raggiungibili per una squadra che ha perso il suo miglior giocatore, non è meglio scambiare anche l’altra stella (il cui contratto scade la prossima estate) e ripartire da giovani di belle speranze? Se i Lakers davvero offrissero D’Angelo Russell + Randle + due prime scelte per RW0 che si fa?
“Nonostante siamo incredibilmente delusi dal fatto che abbia deciso di andarsene, vogliamo ringraziare Kevin per l’incredibile lavoro che in tutti questi anni ha fatto dentro e fuori dal campo. E’ un padre fondatore di questa franchigia.”
dice Presti, in coro col boss, Clay Bennett. Un addio più distruttivo di un uragano che ogni tanto passa da quelle parti.
Guardare avanti. Non importa se il valore della franchigia è sceso di qualche centinaia di migliaia di dollari, se le possibilità di vincere il tanto agognato anello sono sfumate. Del resto, ci sono sempre il bi-All-Star-Game-MVP, gli Stache Brothers, i neo-acquisiti Oladipo, Ilyasova e Sabonis, oltre ai vari Roberson, Payne, Morrow e Collison. E come sarebbe bello se Dion Waiters se ne andasse, eh? Free agent, l’ex Cavs sembra in procinto di firmare un contrattone con la nativa Filadelfia. Ha dimostrato di poter davvero aiutare la squadra, specialmente nella serie contro Golden State, ma ormai l’etichetta di cancro gli è stata affibbiata addosso e chi gliela toglie più. In un attacco comunque dominato da Russell Westbrook, nel quale KD faceva il secondo cinque stelle extralusso, l’assenza di tale co-stella potrebbe essere meno grave del previsto. Sarà fondamentale una crescita corale, aiutata dal singolo miglioramento di ogni elemento a roster. Perché se è vero che Durant non è in alcun modo rimpiazzabile offensivamente, in stagione regolare ha spesso omesso la difesa (pur risultando kawhiesque ai Playoffs).
Tanti giocatori di OKC hanno ancora tante lacune. I tanti milioni che prende, Kanter li guadagna quasi esclusivamente nella metà campo offensiva: i minuti con Adams ne hanno in parte coperto la lentezza di piedi e in parte esaltato le abilità di rimbalzista. Lo stesso Adams sarà chiamato ad una stagione per la carriera: sarà free agent con restrizione nell’estate 2017 e se vuole un contrattone Whiteside-like dovrà andare un po’ oltre gli 8 punti e i 6,7 rimbalzi. Oladipo deve decidere cosa fare da grande; Ilyasova sarà libero tra 365 giorni e verosimilmente il suo attuale contratto da 8 milioni e passa sarà meno cospicuo; Sabonis e Payne sono molto giovani, quando saranno pronti? Fa sorridere che, allo stato attuale delle cose, OKC ha il sesto monte stipendi NBA, ma solo Kanter e Singler hanno un contratto più duraturo di una-stagione-poi-vediamo.
Scrive Zach Lowe:
“Presti ha preparato OKC alla partenza di Durant come meglio poteva. Adams e Oladipo saranno pedine fondamentali e forse i Thunder spenderanno qualche minuto in più a pensare alla situazione Waiters, mentre tanti scout amano Sabonis. Presti non vuole scambiare Westbrook, ma se si trova alle corde potrebbe chiedere giovani e scelte per il numero 0. I Suns, secondo tanti report, hanno parlato con Atlanta di Millsap: hanno abbondanza di giovani interessanti e due scelte future di Miami. Gli stessi Orlando Magic potrebbero avere le pedine giuste per convincere Presti a spedire RW0 in Florida.”
Ecco il mood in cui ci immaginiamo Westbrook dopo la partenza di KD: tutto su di me, vi porto io alla terra promessa.
Ricordate quando sul finire della scorsa stagione l’ex Bruin ha suon di triple doppie ha rischiato di portare una OKC priva di Durant ad un passo da Playoffs? Ecco, se decidesse di rimanere, aspettatevi una stagione così. Le possibilità di una finale di conference, tuttavia, sembrano ora come ora ridotte al lumicino: così Russell potrebbe davvero evitare di essere soggetto di centinaia e centinaia e centinaia e centinaia di meme/tweet e ok questo è l’ultimo semplicemente non rinnovando e tentando la fortuna in altri lidi. C’è addirittura chi lo vuole, ironia della sorte, ai Celtics.
Non so se ricordate, la scorsa estate, la telenovela sul trasferimento di Alex Sandro alla Juventus. Il brasiliano preferiva il City, che però voleva aspettare quest’anno per prenderlo, quando si sarebbe svincolato dal Porto. Il terzino, però, ha preferito fare una scelta che “premiasse” la società che l’ha lanciato in tutto e per tutto, accettando il trasferimento alla Juve (che al porto ha sborsato tanti denari). Lasciando il calcio, il paragone sussiste con protagonisti oklahomici: sarebbe incredibile se anche Westbrook se ne andasse dalla squadra che lo ha fatto diventare Westbrook lasciandola con un pugno di mosche in mano. Ne hanno parlato anche Jeff Van Gundy e Adrian Wojnarowski nell’ultimissimo podcast di Woj: in un lustro, OKC potrebbe perdere per nulla tre dei migliori giocatori del mondo (Harden, KD e The Assassin).
Ho parlato, in questi giorni, di Russell Westbrook con un amico californiano che, avendo frequentato UCLA, non si perde una partita dei Bruins da tipo vent’anni. Mi dice che Westbrook all’inizio del suo secondo anno era a malapena sui taccuini degli scout NBA. Col passare dei mesi, invece, si presenta al Draft 2008 come uno dei profili più in crescita (allora RW0 era uno specialista difensivo e poco più). Quando Oklahoma City (ehm… Seattle, ma non infiliamo il coltello nella piaga) lo sceglie con la quarta scelta, da tutta UCLA si alza un sonoro “WTF”. E invece avevano ragione Presti e i suoi. Diventerà uno dei migliori giocatori della Lega con la casacca di OKC e se dovesse andarsene anche lui il bambino qui sotto dovrebbe versare anche lacrime. Il che sembra francamente ingiusto.
Michele Pelacci.